Economia

Lucchini Rs chiude il 2021 con un utile a 24,8 milioni

Al via una nuova sfida rappresentata dall’idrogeno come alternativa all’utilizzo del gas
Le ruote ferroviarie della Lucchini Rs - © www.giornaledibrescia.it
Le ruote ferroviarie della Lucchini Rs - © www.giornaledibrescia.it
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Le ruote e gli assili ferroviari nascono da acciaio prodotto internamente da forni elettrici; la materia prima arriva da fonti riciclate; mentre l’energia utilizzata è per il 40% generata da rinnovabili.

La «circolarità» è la cifra che caratterizza la Lucchini Rs. Il gruppo presieduto da Giuseppe Lucchini già nel 2010 aveva installato sul tetto dello stabilimento di Lovere uno degli impianti fotovoltaici più grandi d’Italia. «Entro un paio d’anni intendiamo triplicare questo investimento, convolgendo tutte le realtà del gruppo, anche la Lucchini Memè - confida il presidente Giuseppe Lucchini -. È solo questione di permessi ed autorizzazioni».

Il progetto

La nuova sfida è rappresentata dall’idrogeno come alternativa all’utilizzo del gas. Il gruppo punta su questo combustibile verde per alimentare i nuovi forni H2Ready che verranno installati nello stabilimento. «Nella nostra provincia è in arrivo la nuova flotta di treni Trenord per la linea Brescia-Iseo-Edolo - spiega il presidente -. Saranno i primi a funzionare esclusivamente ad idrogeno e correranno su materiale Lucchini Rs. Il progetto è ambizioso e prevede produzione e stoccaggio di idrogeno che potrà essere utilizzato anche da terzi. Noi ci siamo».

I numeri del 2021

Il gruppo tra i primi produttori mondiali di materiale rotabile per treni, ha chiuso l’esercizio 2021 con ricavi pari a 468 milioni di euro, in crescita del 15,9% rispetto ai 403 milioni del 2020 e con un utile netto stabile a 24,8 milioni. Cala la redditività con un Ebitda che passa da 50,9 milioni a 42,7 milioni di euro con un Ebitda margin che scende dal 12,6% al 9,1%. «È stato un anno complesso, vissuto giorno per giorno - spiega Lucchini - con i prezzi delle materie prime alle stelle. Ma non abbiamo mai smesso di investire: la quota nel 2021 è stata di 16,1 milioni. L’attenta gestione patrimoniale ha permesso di finanziare gli investimenti tramite la generazione di cassa derivante dalla gestione e al contempo migliorare il livello di indebitamento».

La posizione finanziaria netta è in lieve miglioramento da 13 milioni a fine 2020 a 12,6 milioni di fine 2021. Mentre la solidità finanziaria si conferma, grazie ad un patrimonio netto cresciuto a 491 milioni di euro e un indice di indebitamento «debt/equity» inferiore al 3% a fine 2021.

I pilastri

Sono due le divisioni del gruppo. Quella Ferroviaria che coordina le controllate estere e mantiene la propria posizione di leadership, grazie a una produzione totalmente integrata. Lucchini RS è l’unico produttore al mondo di sale montate «intelligenti» capaci di monitorare in tempo reale le condizioni di impiego, segnalare anomalie nell’infrastruttura e calibrare i propri intervalli di ispezione per massimizzare al contempo disponibilità e sicurezza.

Alla divisione Forgiati & Fusi fanno capo anche le controllate Lucchini Mamè Forge e Lucchini FA.RO. che ha registrato un incremento del fatturato e dei margini, anche per effetto dell’operazione di fusione con Lucchini Tool Steel. Del gruppo fa anche parte la collegata cinese Zhibo Lucchini Railway Equipment (partecipata al 30% da Lucchini RS e perciò consolidata non con il metodo integrale) con i suoi 470 dipendenti (989 unità a livello complessivo di Gruppo cinese) ha confermato anche nel 2021 ottimi risultati con un valore di fatturato di 181,5 milioni di euro ed un utile netto pari a circa 53,2 milioni di euro.

Il primo semestre del 2022 si è chiuso con risultati positivi. «La prima parte dell’anno è in utile e con ricavi superiori allo stesso periodo del 2021 - conclude Lucchini -. Ma i prossimi mesi sono una incognita per tutti. I nostri competitors non sono italiani, ma mondiali. È il sistema Paese che si confronta sui mercati internazionali: il costo delle materie prime è dell’energia fa la differenza».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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