Economia

Lombardia, aziende pronte ad assumere ma lavoratori insoddisfatti

La Redazione Web
L’analisi è nel report Hays Salary Guide 2025. Per le imprese pesano costi, difficoltà a trattenere il personale e carenza di competenze, per i dipendenti invece non c’è invece possibilità di crescere
Un operaio in azienda - © www.giornaledibrescia.it
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Mercato del lavoro lombardo dinamico e con imprenditori pronti ad assumere nel 2025 (81%), ma resta alta la difficoltà a trovare o trattenere i talenti da parte delle aziende. Molti lavoratori lombardi insoddisfatti (33% contro una media nazionale del 40%), con basse prospettive di carriera e tanti (46%) pronti a cambiare lavoro nel 2025 per mancanza di opportunità future, stipendio basso e ruolo poco stimolante.

È la fotografia emersa dal report annuale Hays Salary Guide 2025 presentato da Hays Italia. L’indagine è stata condotta su un campione di circa mille intervistati. 

Cresce anche l’attenzione per le tecnologie o gli Strumenti di AI generativa, che non sono più un tabù ma una grande opportunità, soprattutto per i giovani. Il work life balance è prioritario, dato che il 38% dei lavoratori si è trovato in difficoltà nella gestione della famiglia a causa del lavoro. La diversità generazionale? Cade la storica rivalità tra giovani e senior, trasformandosi in valore aggiunto. Grazie alla diversità di prospettive, questa diversità diventa un asset strategico in grado di migliorare le performance dell’azienda.

Carenza di competenze

Nel 2024 oltre 5 aziende lombarde su 10 hanno dichiarato di aver aumentato il proprio organico e per il 2025 più di 8 su 10 hanno intenzione di assumere soprattutto figure con contratto a tempo indeterminato (73%).

In questo contesto positivo le imprese devono però scontrarsi con alcune criticità che limitano il raggiungimento dei loro obiettivi strategici, tra cui l’aumento dei costi per le aziende (27%), la difficoltà a trattenere il personale (17%) e la carenza di competenze (15%).

La figura più difficile da ricoprire è senza dubbio il livello intermedio (per il 61% delle aziende), mentre a livello generale le aziende indicano come cause principali della carenza di competenze la mancanza di formazione e di sviluppo professionale (39%), i bassi livelli retributivi (33%) e il calo di professionisti che entrano nel mercato del lavoro nel loro settore (30%).

Come si stanno organizzando le imprese lombarde? Per superare questi ostacoli, nel 2025 ben l’87% delle aziende è pronta a investire in ambito HR adottando misure per trattenere i talenti (42%) e sviluppando programmi di formazione per gli attuali dipendenti (36%).

Insoddisfazione

Nel 2024, oltre due terzi dei lavoratori lombardi (67%) si ritengono soddisfatti, anche se i totalmente felici rappresentano solo una minima parte (l’8%). Dall’altro lato, però, c’è un terzo dei lavoratori che vive una situazione di «malessere». Anche se il dato è leggermente migliore rispetto alla media nazionale (40% di insoddisfatti), si tratta di un esercito composto da migliaia di lavoratori pronti a trovare strade alternative.

Per il 2025 ben il 46% prevede di lasciare la propria società per un’altra (42%) o per mettersi in proprio (4%), soprattutto per mancanza di opportunità future (per il 48%), stipendio basso (36%) e ruolo poco stimolante (34%).

In aggiunta, quasi la metà del campione (46%) è convinto che all’interno della propria azienda non ci sia una reale possibilità di poter crescere.

I benefit

Per i lavoratori la retribuzione è importante, ma quando si considera un nuovo lavoro non è l’unico aspetto. Rispetto allo scorso anno il pacchetto benefit diventa in assoluto il più apprezzato, indicato da ben il 57% degli intervistati. Seguono i ruoli e i progetti stimolanti (44%), un ambiente lavorativo adeguato (43%), lo smart working (41%) e la crescita professionale (38%).

Carlos Manuel Soave, managing director di Hays Italia
Carlos Manuel Soave, managing director di Hays Italia

Le aziende hanno capito l’importanza dei benefit come strumento Hr, tanto da diventare il fattore più importante per attrarre e trattenere il personale (per il 61% delle imprese), molto più delle iniziative di sviluppo della carriera.

Quali benefit ricevono i lavoratori e quali sono i più apprezzati? Attualmente 7 professionisti su 10 hanno dichiarato di ricevere dei benefit che riguardano principalmente i buoni pasto, lavoro flessibile, assicurazione sanitaria o copertura medica privata. Ma quali sono i più apprezzati? Ai primi posti troviamo lo smart working (per il 51%), l’auto aziendale (50%) e l’assicurazione sanitaria o copertura medica privata (38%).

Retribuzione

Seppure i dati a livello generale siano in leggera crescita, secondo molti lavoratori lombardi (49%) l’attuale stipendio non è adeguato alle responsabilità che ricoprono e quasi 4 professionisti su 10 (38%) continuano a essere insoddisfatti della propria situazione economica.

Nel 2024, infatti, la metà del campione intervistato non ha ricevuto alcun aumento retributivo e per il 2025 il 60% non si aspetta un incremento. I più fortunati, invece, hanno visto crescere la busta paga principalmente perché hanno cambiato lavoro (per il 37%), solo il 21% per prestazioni individuali e il 17% per promozioni. Un messaggio ben compreso dai lavoratori: per guadagnare di più si deve cambiare azienda.

L’AI

L’intelligenza artificiale si sta affermando sempre più nel mondo del lavoro. La quota di professionisti lombardi che dichiara di utilizzare tecnologie o strumenti di AI generativa ha raggiunto ben il 43% nel 2024, e indicano come vantaggi l’aumento della produttività e dell'efficienza, supporto nell'analisi dei dati, creatività e generazione di idee e riduzione dell'errore umano.

Chi non si è ancora avvicinato all’utilizzo dell’AI sul lavoro indica come motivo principale la mancanza di comprensione e la mancanza di competenze. Un gap che andrà colmato se si vuole essere competitivi, anche perché a oggi l’86% dei lavoratori ritiene di non aver ricevuto una formazione adeguata da parte dell’azienda, nonostante la maggior parte sarebbe disposta a partecipare a programmi di aggiornamento o riqualificazione. Anche la maggior parte delle imprese si dichiara favorevole: quasi 8 su 10, infatti, consentiranno ai dipendenti in futuro di utilizzare l’IA in ambito lavorativo, monitorandone però l’uso.

Team multigenerazionali

Quattro generazioni diverse che convivono nello stesso ambiente lavorativo. Secondo l’80% del campione analizzato, la diversità generazionale è un asset positivo in grado di migliorare le performance dell’azienda. Il principale vantaggio? In assoluto la diversità di prospettive.

Per comprendere i rapporti tra le diverse generazioni, abbiamo chiesto ai più senior (dai 45 anni in su) cosa pensano della Gen Z e viceversa. Il dato non è affatto scontato. Otto senior su dieci, infatti, ha un giudizio molto o abbastanza positivo dei giovani, attribuendo loro la capacità di portare «freschezza» all’interno dell’azienda, di avere una visione diversa e di introdurre idee innovative e creative.

I giovani sono un po’ meno positivi (69%), ma ai più senior riconoscono una grande esperienza e vedono in loro figure da cui potrebbero imparare molto. I critici, invece, portano alla luce la mentalità poco flessibile e il poco adattamento al cambiamento, la scarsa apertura al confronto e la poca voglia di imparare dai più junior.

Per manager, imprenditori ed HR è importante quindi gestire i team multigenerazionali in modo adeguato, affinché le competenze e le esperienze di ciascuna fascia generazionale possano trasformarsi in un vantaggio competitivo per l’azienda stessa.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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