L’olio Stellone di Marone tra i top del mondo
Distinguersi producendo olio d’oliva non è facile, soprattutto se lo si fa da pochi anni. A Marone però ci sono riusciti. Protagonisti dell’impresa sono i titolari dell’azienda agricola Stallone, Mirco Grassi e Angela Sehorn, che qualche giorno fa hanno centrato al primo tentativo la finale del prestigioso concorso internazionale Leone d’oro, una sorta di campionato del mondo agro-alimentare.
Il valore del lavoro e del prodotto è testimoniato dalla straordinarietà del risultato, visto che l’agricola Stallone ha piazzato oltre l’ostacolo delle eliminatorie ben quattro tipi di olio. L’ultimo in ordine di tempo a meritarsi la fase finale è lo Stalù Leccino, ottenuto con olive di tipo Leccino, ma prima di lui c’erano già riusciti gli Stalù Leccio del corno, Sbresa e Grignano della Val Policella.
Le caratteristiche degli oli li rendono molto diversi l’uno dall’altro. Il Leccio del corso per esempio è molto erbeceo e adatto a piatti saporiti; lo Sbresa è una cultivar del nostro territorio in cui si sentono l’amaro e il piccante; il Grignano della Val Policella è caratterizzato da sapori di agrumi.
Per raggiungere la finale della 30esima edizione del Leone d’oro, le quattro le varietà della Stallone hanno superato quota 85 centesimi nelle valutazioni dei 13 esperti del concorso che ha la sua base principale sul lago di Garda, a Toscolano Maderno. La caccia ai finalisti si concluderà entro fine mese.
Per ora la Stallone è l’unica agricola bresciana a esserci riuscita. Il Leone d’oro è un evento riconosciuto dal Mipaaf, il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. L’azienda agricola Stallone si trova sulle pendici del massiccio che arriva fino alla vetta del Guglielmo, in via Monte Marone. È stata fondata nel 2005 da Mirco e dalla moglie Angela ma imbottiglia ed etichetta l’extravergine di oliva da soli cinque anni. Il lavoro si svolge attorno a 400 ulivi di proprietà che si affacciano sul lago dalle pendici delle Prealpi sebine, da quota 300 e 500 metri. Le più giovani hanno cinque anni, le più vecchie qualche decennio, ma l’età media si aggira sui 20 anni. Quest’anno, conferma Mirco Grassi, la produzione è stata di 600 litri ma negli ultimi anni era stata di 800-900 litri. Grazie alle possibilità di sviluppo delle molte piante giovani messe a dimora, il prossimo traguardo da raggiungere è fissato a 1.000 litri.
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