L'occupazione sale, ma con il Covid perso mezzo milione di posti
A luglio, dopo quattro mesi di flessioni consecutive, l'occupazione «torna a crescere». L'Istat registra un aumento dell'occupazione su base mensile (+0,4% pari a +85mila unità) che coinvolge le donne (+0,8% pari a +80mila), i dipendenti (+0,8% pari a +145mila) e tutte le classi d'età, ad eccezione dei 25-34enni. Gli uomini occupati risultano sostanzialmente stabili, mentre diminuiscono gli indipendenti. Nel complesso, il tasso di occupazione sale al 57,8% (+0,2 punti percentuali). Rispetto a luglio 2019 gli occupati diminuiscono di 556.000 unità e il tasso di occupazione perde 1,3 punti percentuali.
«Da febbraio sono quasi mezzo milione gli occupati in meno, ma in luglio, dopo quattro mesi di calo, l'occupazione torna a crescere. Prosegue in contemporanea l'aumento dei disoccupati che rispecchia il calo degli inattivi: significa quindi che le persone ricominciano a cercare lavoro. Continua pure il recupero delle ore lavorate pro-capite, anche a causa della riduzione della cassa integrazione. Sono i primi segnali positivi dopo i mesi del lockdown, ma non dimentichiamo che a fine anno, con la fine del blocco dei licenziamenti, senza misure per la crescita, il rischio è di una nuova, forte, riduzione dell'occupazione». Così il Dipartimento lavoro della Cisl commenta i dati Istat di oggi sull'occupazione.
«In Italia i duri colpi della crisi covid sul mercato del lavoro si sono venuti a sovrapporre a problemi strutturali di produttività, a riorganizzazioni industriali ancora frutto della crisi economico-finanziaria del decennio trascorso, alle transizioni digitale e green. Bisogna ripartire dalle criticità precedenti al covid e contrastare tutto ciò che ha frenato e può frenare uno sviluppo equilibrato e sostenibile ed insieme affrontare le nuove criticità, dal forte calo di domanda in alcuni settori economici, ai nuovi equilibri tra settore e settore, dai bassi consumi agli investimenti in stagnazione, al fine di creare i presupposti per generare crescita, competitività, lavoro di qualità, garantendo sostenibilità sociale, anche utilizzando le ingenti risorse europee disponibili in questa fase. Su tutti questi temi serve un patto con le parti sociali affinché si possa arrivare al termine delle misure emergenziali con progetti solidi per disegnare il futuro dello sviluppo nel nostro Paese».
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