L’impegno di A2A per i bresciani: varato un investimento di oltre 3 miliardi
Tre miliardi e cento milioni di investimenti da qui al 2035; un miliardo e 800 milioni (il 57%) a Brescia e il resto sul territorio provinciale. Oltre un quarto di quanto (13 miliardi) la società investirà nell’intera Lombardia.
È l’impegno di A2A per i bresciani. Novecento milioni per l’economia circolare, un miliardo e 200 milioni per la transizione energetica, un altro miliardo per l’innovazione tecnologica, la nuova sede cittadina di via Sostegno e la riqualificazione delle altre sedi.
Il Piano industriale
Stamattina l’amministratore delegato di A2A, Renato Mazzoncini, e il presidente Roberto Tasca hanno presentato il Piano industriale 2024-2035 dell’azienda ai consiglieri comunali delle Commissioni Ecologia e Bilancio di Brescia. La lente di ingrandimento è stata posta sulla parte che riguarda il nostro territorio. Il capitolo Economia circolare comprende il trattamento rifiuti, il ciclo idrico, il teleriscaldamento e la gestione del calore. Si investirà sulla manutenzione degli impianti di trattamento e recupero di materie e produzione di energia (fra cui il termoutilizzatore), sullo sviluppo di impianti di biogas, sul rinnovo di acquedotti, fognature e depuratori, su nuovi progetti di gestione calore.
La transizione energetica riguarda le reti elettriche e del gas, l’efficienza energetica, la manutenzione degli impianti idroelettrici, lo sviluppo delle rinnovabili. Per il servizio idrico si prevede di investire 43 milioni per sei depuratori a Calvisano, Pralboino, Bagolino, Vobarno, Visano e Mazzano-Ciliverghe per un totale di 50 milioni di metri cubi di acqua trattati. Ricordiamo che, sul territorio nazionale, A2A intende investire 22 miliardi, «con una prospettiva di lungo periodo», ha specificato Renato Mazzoncini.
Aumenti di capitale
Davanti alle due Commissioni, l’amministratore delegato ha detto che «il Piano industriale non richiede aumenti di capitale». A2A conta su una crescita annuale degli utili del 7%, da spartire equamente fra dividendo agli azionisti (nel 2023 è stato di 75 milioni ciascuno per i Comuni di Brescia e Milano) e il rafforzamento del patrimonio. Una conferma di quanto già affermato nelle scorse settimane sull’intenzione di non cambiare l’assetto della società pubblica, controllata dai due Comuni. I consiglieri comunali di maggioranza e opposizione hanno plaudito ai risultati economici e ai progetti della società.
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