L’IA è un vantaggio per le imprese e non ucciderà mai la creatività
L’intelligenza artificiale può essere creativa? Può imitare la creatività ma non è in grado di sostituire la sensibilità e la genialità dell’umano. Questo senza nulla togliere ai vantaggi per le aziende e all’aiuto che può dare all’artista. Un aiuto appunto, ma non un sostituto. Questi, tra i tanti, sono gli spunti emersi dal dibattito tra esperti digitali, Antonio Petrullo, strategic projects di Google Cloud e artisti, lo scultore Stefano Bombardieri e Davide Dotti, storico e critico d’arte nel sesto appuntamento, ai Vivai San Nicola di Rodengo Saiano, del roadshow SetteOttavi, promosso da Confindustria Brescia per incontrare e far confrontare le imprenditrici e gli imprenditori, associati e non, di diversi settori merceologici.
Protagonisti gli imprenditori della moda e del tessile e la disfida tra creatività e intelligenza artificiale. «L’intelligenza artificiale uccide la creatività?», «La tecnologia può stimolare fonti creative che non sono ancora state esplorate?», sono gli interrogativi ai quali si è cercato di dare una risposta.
Il punto
Franco Gussalli Beretta, presidente di Confindustria Brescia in un contributo video ha sottolineato: «I momenti di interazione tra associazione, associati e imprenditori sono molto importanti. Il settore moda e tessile in Confindustria raggruppa 54 aziende per 2.500 dipendenti. L’intelligenza artificiale può dare una mano ma non può sostituire l’umano». Luigi Wilmo Franceschetti, presidente del settore confindustriale Moda e Tessile ha aggiunto: «Provate a immaginare cosa farà l’intelligenza artificiale fa trent’anni. A mio parere ucciderà la creatività ma quella dei mediocri».
L’IA generativa è un algoritmo che crea immagini, opere d’arte. Quel che è cambiato dal debutto dell’intelligenza artificiale, è stata la sintesi di Petrullo, è che ora può generare anche qualcosa di completamente nuovo, mai esistito. Questo è il grande cambio di rotta che stiamo vivendo. Ma per le imprese quali vantaggi ci sono? L’automatizzazione dei processi, la creazione di prodotti da zero, il risparmio nei costi del marketing sono tra gli esempi fatti da Petrullo. Per Google Cloud non si parla mai di intelligenza artificiale sostitutiva ma integrativa. Dire dove saremo tra tre decenni è difficile, ma l’opinione di Petrullo è che ci sarà un cambiamento dei ruoli a livello aziendale. Ci si domanda se con gli algoritmi ci siano rischi etici. Per Petrullo, nel loro utilizzo ci deve sempre essere attenzione all’etica, alla responsabilità. L’intelligenza artificiale è stimolata dall’uomo per cui se la si allena con gli stessi stereotipi ce li ritroveremo anche nelle sue creazioni.
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