L’export bresciano cala ancora e cambia la mappa: meno Europa, più Asia
Si consolida il parziale riposizionamento dell’export del made in Brescia. I dati dei primi nove mesi dell’anno diffusi ieri dall’Istat sono inequivocabili.
Le vendite verso la Germania sono in calo dell’11,8% (il peso di Berlino scende così sotto la soglia del 18%), quelle verso a Francia scendono del 4,9% (la quota si attesta al 10,5%), nel Regno Unito del 14,1%. Cala il peso dell’Europa (storicamente punto di riferimento del made in Brescia) cresce quello di Asia e America Settentrionale con la Cina che cresce del 17,6%, l’India del 7,2%, gli Stati Uniti del 5,5%.
Insomma, la crisi geopolitica innescata dal conflitto russo-ucraino, il calo degli ordini tedeschi in parte legato alle difficoltà dell’automotive stanno - lentamente - modificando la mappa delle esportazioni bresciane con gli imprenditori che hanno iniziato ad dirigere lo sguardo su nuovi mercati.
«Scontiamo l’importante esposizione verso la Germania - dichiara il vicepresidente di Confindustria Brescia, Mario Gnutti -. Il contesto che ci impone ancora attenzione e, come più volte sottolineato negli ultimi mesi, la necessità di una maggiore apertura verso nuovi mercati di riferimento, non ancora del tutto sfruttati».
Sulla stessa linea il presidente di Confapi Brescia, Pierluigi Cordua: «È opportuno pensare a strategie di diversificazione, sia dei mercati di sbocco sia nel cercare nuove opportunità come aerospaziale o la difesa». Cordua invita inoltre a introdurre rapidamente politiche di stimolo dell'economia: «A livello nazionale bisogna fare in modo che gli incentivi 5.0 possano entrare davvero in circolo: 6,2 miliardi di euro, al momento sottoutilizzati». «È urgente che le politiche monetarie tornino in una fase espansiva».
I dati Istat
Nel terzo trimestre del 2024, il valore delle esportazioni bresciane - pari a 4,64 miliardi – in flessione dell’1,5% rispetto allo stesso trimestre del 2023. In forte crescita invece le importazioni (+17,9%), passate da 2,57 a 3,03 miliardi.
Gli uffici studi di Confindustria Brescia e Confapi Brescia segnalano che si tratta della sesta rilevazione negativa consecutiva (da aprile 2023) e comunque valori distanti da quelli registrati nello scorso anno, quando il delta negativo era a doppia cifra.
Il calo dell’export bresciano è in controtendenza rispetto alla dinamica regionale e nazionale. Nel terzo trimestre 2024, l’Istat stima, infatti, una crescita congiunturale per il Nord-ovest (+0,9%) e, in misura lieve, per il Centro (+0,2%); in calo invece nel Nord-est (-1,2%). Mentre la Lombardia segna una crescita dell’1,4%.
Nei primi nove mesi del 2024, l’ammontare complessivo dell’export del made in Brescia si attesta a 15 miliardi, in flessione del 3,6% sullo stesso periodo del 2023. Nei primi nove mesi del 2024 Brescia perde un posto nella classifica delle province italiane per valore delle vendite all’estero, uscendo di fatto dalla «top five» nazionale sostituita dalla confinante Bergamo. Ai primi posti si posizionano Milano (42,4 miliardi), Torino (19,6 mld), Firenze (17 mld), Vicenza (16,7 mld) e Bergamo (15,2 mld).
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