Economia

L'economia della salute cerca un futuro

Alla Facoltà di economia si è parlato di «Ricerca economia e finanza verso un welfare sostenibile».
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Il futurologo americano Alec Ross, autore del best seller «Il nostro futuro», sostiene che «L’ultima industria da trilioni di dollari è stata costruita su un codice fatto di 1 e di 0. La prossima sarà costruita sul nostro codice genetico».
 
Ma questo è un futuro, un altro è quello che sta nell’health and wealth, concetto di salute oggi inteso non solo come assenza di malattia, ma come uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale che il Rettore dell’Università di Brescia Sergio Pecorelli ha ricordato ieri aprendo i lavori del convegno promosso dall’Iseo (Istituto di studi economici e per l’occupazione) su «Ricerca, economia e finanza: verso un welfare sostenibile» alla facoltà di Economia, al quale ha partecipato il premio Nobel Angus Deaton, invitato a parlare di «Salute, crescita e medicina» tre grandi temi di un problema immenso, soprattutto in stagioni di conti pubblici in rosso, pressoché dappertutto.
Il prof. Roberto Savona dell’Università di Brescia ha introdotto la discussione partendo dai numeri: «Le proiezioni dei dati sul cancro a livello globale vedono tassi di crescita allarmanti, tanto sul numero dei casi attesi, previsti in crescita dai 14 milioni del 2012 ai 22 milioni per il 2030, quanto su quello dei costi assistenziali diretti e indiretti, previsti in aumento del 58% dai 290 miliardi di dollari del 2010 ai 458 del 2030». 
 
Numeri da brivido, soprattutto se affiancato a quelli sull’Alzheimer: nel 2040 avremo più di 16 milioni di persone affette da demenza (oggi 8,7 mln) nell’Ue, mentre negli Usa da si passerà dai 5 del 2015 ai 13,5 del 2050. «Nell’Ue un malato di Alzheimer costa 22mila euro anno!» ha ricordato Roberto Savona. Tutto questo mentre la crescita è quella che è e poiché senza crescita non aumentano le risorse da destinare all’assistenza su questo occorrerà ragionare. Con una via di fuga, sperando che la ricerca faccia il suo dovere e che gli investimenti in scienza restituiscano quanto speso. 
 
 

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