L'economia bresciana viaggia bene nel terzo trimestre 2021
Non solo l’industria, ma tutta l’economia bresciana cammina a passo spedito nel terzo trimestre del 2021. Ma se le prospettive sono incoraggianti anche per i mesi a venire, le incognite legate in primis ai prezzi delle materie prime rischiano di fiaccare gli entusiasmi. Ecco quanto emerge dall’elaborazione, a cura del Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia, dei dati Unioncamere Lombardia relativi alla situazione congiunturale al 3° trimestre 2021. Dati che, commenta il presidente dell’istituto camerale di via Einaudi Roberto Saccone, palesano «l’auspicio è che questo ciclo positivo possa consolidarsi e divenire strutturale, anche se non mancano motivi che inducono ad una certa cautela».
Il quadro dell'industria
A guardarci dentro, i numeri parlano di un’industria manifatturiera bresciana complessivamente in buona salute: nel confronto con il secondo trimestre la produzione industriale è cresciuta del 2,7%, sostenuta dalla crescita degli ordini sia interni (+4,1%) che esteri (+1,2%), mentre su base tendenziale i risultati sono anche migliori. In questo caso la produzione è cresciuta, rispetto allo stesso trimestre del 2020, del 13,7% e - dato ancora più significativo - si mantiene sopra il livelli pre-crisi con una variazione, rispetto al terzo trimestre del 2019, del 10,8%. Da segnalare che i recuperi produttivi dell’industria bresciana (+13,7%) superano la media lombarda (+12% su base tendenziale e un aumento sui livelli pre-pandemici del 6,2%) e piazzano la nostra provincia al secondo posto dopo Como (14,5%). Il quadro d’insieme risulta promettente, con un indice della produzione industriale, destagionalizzato, che si attesta a 124,6, vale a dire il nuovo massimo storico, ma sul quadro complessivo pesa l’aumento dei prezzi delle materie prime, dei beni energetici e dei costi di spedizione, lievitati nell’ultimo trimestre di un ulteriore 11,7%.
La situazione del lavoro
Bene anche l’occupazione che per l’industria presenta un saldo positivo (+0,99%) e riduce il ricorso alla Cig, con la quota di aziende che dichiara di averla utilizzatache scende al 5,8% e la quota sul monte ore al 1,1%. Nel complesso positivo anche il quadro dell’artigianato manifatturiero bresciano: tra luglio e settembre la produzione è cresciuta del 3,7% e il fatturato del 4,1% nel confronto con il trimestre precedente, mentre rispetto allo stesso trimestre del 2020 la produzione è cresciuta dell’11,0% e addirittura del 7% sui livelli precrisi del 2019. Anche qui però pesa la tensione sui mercati delle materie prime i cui prezzi sono aumentati nel trimestre del 14,1% mantenendo ampia la forbice con i prezzi dei prodotti finiti che crescono del 6,5%. Il saldo occupazionale si conferma positivo ma moderato (+0,5%), con ricorso alla Cig in diminuzione (il 7,3% delle aziende dichiara di averla utilizzata e la quota sul monte ore al 0,8%). Riprende anche il commercio al dettaglio: il fatturato cresce del 5,5%, nel confronto con il terzo trimestre del 2020 e dello 0,4% sul trimestre scorso, a conferma che il progresso della campagna vaccinale ed il calo dei contagi continua a produrre effetti positivi.
L'aumento dei prezzi e il punto sui servizi
L’aumento dei prezzi delle materie prime si riflette però anche nei listini dei negozi, con i prezzi cresciuti rispetto al secondo trimestre dell’anno dell’1,2%. Infine i servizi: nel terzo trimestre 2021 il fatturato delle imprese dei servizi con più di 3 addetti riporta una crescita del 14,7% sullo stesso periodo 2020 e del 5,6 sul secondo trimestre dell’anno, anche se i risultati migliori del fatturato si confermano quelli conseguiti dal commercio all’ingrosso (+14,7% su base annua) e dai servizi alle imprese (15,1%). L’aumento del livello dei prezzi delle materie prime pesa anche qui, dove i listini sono aumentati dell’1,8% sul trimestre precedente.
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