Le imprese bresciane cercano 33mila lavoratori tra aprile e giugno
Sono 10.950 le opportunità di lavoro offerte dalle imprese bresciane ad aprile e 33.160 nel trimestre aprile-giugno, in aumento del 4,6% rispetto a aprile 2022 (corrispondenti a 480 posizioni in più) e del 4,4% sul corrispondete trimestre dello scorso anno (equivalenti a 1.410 unità).
È quanto emerge dalle elaborazioni del servizio studi della Camera di Commercio di Brescia basate sui dati provinciali del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con Anpal.
«Anche se lo scenario economico attuale rimane caratterizzato da notevoli elementi di complessità, di cui è difficile prevedere gli sviluppi futuri - commenta il presidente della Camera di Commercio, Roberto Saccone - l'economia reale della nostra provincia mostra importanti segnali di vitalità. A conferma di ciò, lo studio Excelsior/Unioncamere aprile-giugno 2023, per la parte riferita alla provincia di Brescia, evidenzia infatti che le nostre imprese si preparano ad affrontare il futuro in vista di un loro ulteriore sviluppo».
Cresce il turismo, rallenta l’edilizia
Significativo, infatti, è l'incremento della richiesta di nuovo personale sul mercato del lavoro, particolarmente evidente, nel trimestre aprile-giugno, in quei settori come il turismo e i servizi che già stanno registrando importanti prospettive di crescita. Un lieve calo è previsto, invece, nel settore edile, dove la stretta sul super bonus comincia a produrre una certa contrazione.
Lavoro qualificato
Si registra, inoltre, una sempre più marcata richiesta di lavoro qualificato e specializzato. In continua crescita è, infatti, le ricerca di personale con elevato titolo di studio di studio. Sono però richieste importanti competenze professionali anche al personale impiegato in qualifiche di livello non elevato a causa dell'innalzamento della competizione che richiede notevole qualità e preparazione in tutti gli ambiti lavorativi. Particolarmente significativa è poi la difficoltà a reperire tecnici della digitalizzazione, settore dove l'Italia sconta, purtroppo, gravi ritardi.
Traina il turismo
A spingere la domanda di lavoro in questo periodo dell’anno è il comparto del turismo, ristorazione e alloggio che prevede di assorbire nel trimestre aprile-giugno 6.480 lavoratori. Fra i profili più richiesti ci sono: camerieri di sala, banconieri di bar, camerieri di bar, cuochi e altri professionisti d’ambito.
Gli andamenti settoriali
I servizi nel complesso sono alla ricerca di 7.260 lavoratori nel mese di aprile e di 20.260 nel trimestre aprile-giugno in aumento rispettivamente del 6,6% e dell’1% rispetto a un anno fà. Oltre alla richiesta della filiera turistica importante è la domanda dei servizi alla persona che sono alla ricerca di 1.840 figure ad aprile e 4.670 entro giugno.
Riprende la domanda di lavoro nel commercio che prevede di assumere 1.270 lavoratori entro aprile e 4.870 entro giugno (+650 rispetto al trimestre aprile-giugno 2022). Le costruzioni programmano 710 assunzioni in aprile e 2.370 entro giugno in rallentamento rispetto a dodici mesi fa. In rallentamento anche la domanda nei servizi alle imprese (4.240 assunzioni previste nel trimestre, 1.110 in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
L’industria programma in aprile 2.970 ingressi; e 10.530 nel trimestre aprile-giugno in recupero rispetto al corrispondente trimestre dello scorso anno di 1.590 unità. Le maggiori richieste provengono dalle industrie metallurgiche e dei metalli (5.050 ingressi).
Le professioni più richieste
Tra i profili professionali più richiesti oltre a quelli legati alla filiera turistica sopra riportati, nel trimestre primaverile, ci sono: gli addetti alle vendite (2.900 entrate), addetti alle pulizie (2.420 ingressi); fabbri ferrai costruttori di utensili (1.280 ingressi), fonditori, saldatori, montatori di carpenteria metallica (1.200 entrate), manutentori di macchine, riparatori (1.110 ingressi), medici, infermieri (1.030), autotrasportatori e conducenti di mezzi pesanti (950 entrate), specialisti dei rapporti con i mercati (830 ingressi).
Professioni e indirizzi di studio
Il 13% delle entrate previste è destinato a personale laureato (con punte che arrivano al 62% per le professioni dirigenziali e tecnici specializzati), al 28% verrà richiesto un diploma (al 35,3% degli impiegati e alle professioni commerciali e nei servizi), al 25% verrà richiesta la qualifica professionale (richiesta in particolare agli operai specializzati) mentre a oltre il 34% basterà la scuola dell’obbligo (con punte dell’84% per gli operai generici, i corrieri e gli addetti alle pulizie).
Rispetto allo scorso anno è in lieve aumento la domanda di laureati (era l’11,2% a aprile del 2022) mentre è in deciso calo la quota di lavoratori senza uno specifico titolo di studio (era il 38,8% nello stesso periodo del 2022). Fra le lauree più ricercate le imprese segnalano l’indirizzo economico, mentre tra i diplomi secondari l’indirizzo amministrazione, finanza e marketing è seguito nelle indicazioni da meccanica, meccatronica ed energia. Tra le qualifiche di formazione professionale primeggia l’indirizzo meccanico e della ristorazione.
Le opportunità per i giovani
Sono circa 10.600 nel trimestre, ovvero il 31,9% della domanda delle imprese, le posizioni lavorative per le quali gli imprenditori preferiscono un giovane under 30, in aumento rispetto allo scorso anno quando la quota si attestava al 29,1%. Tra le professioni per i giovani spiccano: i commessi, gli operai addetti
all'assemblaggio di prodotti industriali; gli operai specializzati nell’installazione; manutenzione di attrezzature elettriche/elettroniche; gli operai delle macchine per lavorazione metalliche, figure quest’ultime ritenute anche difficile da reperire. Un’altra delle professioni maggiormente offerte ai giovani, e per le quali al tempo stesso si registra una elevata difficoltà di reperimento è la figura del tecnico informatico (il 51% delle offerte di lavoro sono rivolte ai giovani; il 61,5% è ritenuto difficile da reperire prevalentemente per mancanza di candidati).
Le difficoltà di reperimento
Aumenta la quota di assunzioni per cui le imprese dichiarano difficoltà di reperimento, che complessivamente supera il 49%, circa 5 punti percentuali in più rispetto allo scorso anno e +13 rispetto a due anni fa, con causa prevalente la mancanza di candidati per i profili ricercati. Il mismatch resta più elevato tra gli operai specializzati (63,5%) e tra i dirigenti e le professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione (54,8%).
Tra i profili più difficili da reperire si segnalano: gli ingegneri (79% è di difficile reperimento); i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (75%); i tecnici della distribuzione commerciale (66,7%); gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (78,8%); gli operai specializzati e conduttori di impianti (in particolare: fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica; fabbri ferrai costruttori di utensili; operai macchine per lavorazione metalliche e prodotti minerali).
Le tipologie dei contratti
Più della metà delle entrate previste saranno inquadrate con contratto a tempo determinato (54%), il 19% sarà assunto a tempo indeterminato, il 14% con contratto di somministrazione, il restante (13%) con altre tipologie contrattuali.
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