Le filiere dell’auto europee si alleano sui carburanti «rinnovabili»
L’utilizzo dei bio-carburanti, come integrazione all’elettrico, nell’ambito della transizione ecologica del settore automotive, è una partita ancora apertissima in Europa. Il tema - legato alla neutralità tecnologica - è stato al centro della riunione dell’Alleanza delle regioni europee dell’automotive, che ieri a Pamplona ha firmato un accordo che prende spunto «Manifesto per una mobilità sostenibile sotto il profilo ambientale, economico e sociale», promosso da Regione Lombardia e realizzato dal Cluster lombardo della mobilità.
La sfida sta nel dimostrare, entro il 2026, quando la Commissione UE valuterà i dati delle emissioni e quelli del consumo di carburanti ed energia, l’affidabilità ambientale dei bio-carburanti come possibile integrazione nei veicoli alla trazione elettrica. Inizialmente Cluster e Regione Lombardia avevano coinvolto le altre otto regioni italiane in cui l’automotive ha una presenza significativa (quindi Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Molise, Basilicata, Veneto e Umbria), ieri al tavolo erano presenti le 25 regioni dell’area tedesca, francese e spagnola, che formano il gruppo di 34 dell’Alleanza.
Lo studio
Il Manifesto, presentato il 21 luglio al governo, aveva già incassato in Italia l’adesione di Confindustria Lombardia, Confindustria Energia, Eni, Cluster Aerospazio Lombardia, Anfia, Unem, Federchimica-Assogasliquidi, Federmetano, Assogasmetano e Federmotorizzazione. Il tema è caldissimo e rischia di diventarlo sempre di più perchè i territori che con la dismissione del motore endotermico rischiano di perdere posti di lavoro, competitività e benessere, sono tanti.
A livello continentale ne è coinvolto un prodotto interno lordo generale di 5.000 miliardi di euro (il 34% del Pil europeo) e una rappresentanza complessiva di 134 milioni di cittadini (il 31% della popolazione di tutti i Paesi dell’UE).
A Brescia
In Lombardia un’industria automobilistica che conta oltre 1.000 aziende, 50.000 occupati e 20 miliardi di fatturato. A Brescia, seconda in Italia dopo Torino, oltre 200 aziende, 18.000 addetti e circa 7 miliardi di fatturato, con un tasso di esportazione che genera una bilancia commerciale positiva di 1 miliardo di euro. «Lo stop al motore endotermico - ha spiegato ieri a Pamplona l’assessore regionale lombardo allo sviluppo economico Guido Guidesi - provocherebbe l’interruzione di molte attività per l’impossibilità di gestire la riconversione, con il crollo della filiera automotive e il rischio di una perdita di competitività del settore produttivo europeo nello scenario globale, a vantaggio soprattutto della Cina».
Il raffronto
Lo studio adottato ieri in Spagna mette in evidenza il valore del basso impatto dei cosi detti combustibili alternativi. A fronte del fatto che con la benzina un’auto di media capacità emette per un chilometro di strada percorsa circa 130 grammi di CO2, con il biometano diventano 5 grammi, con il bio-GPL 6 grammi, con l’olio vegetale idrogenato 8 grammi, con l’elettrofuel 13 grammi e con l’idrogeno 8 grammi.
Oggi in Italia la mobilità consuma 33 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e in Europa circa dieci volte tanto. Come sostituirle? La capacità di produzione dei bio carburanti non va al di là di 17 milioni di tonnellate (in Europa stessa proporzione) e quindi del 50%, l’altro 50% sarebbe comunque ad appannaggio dell’elettrico. Durante la riunione l’Alleanza ha confermato per il 2025 la presidenza all’Italia, con la Lombardia, carica che spetterà all’assessore Guidesi.
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