Le Bcc bresciane continuano a fare la loro parte: bene raccolta e impieghi
Pandemia e guerra non scalfiscono la solidità delle Bcc lombarde (e bresciane) che chiudono il primo semestre 2022 con risultati positivi. Il quadro emerge dal convegno organizzato a Roma dalla Federazione Lombarda delle banche di credito cooperativo con il titolo «Prospettiva intergenerazionale - Il ruolo delle banche di comunità nella sfida demografica», una articolata riflessione su impatti, rischi ma anche opportunità del fenomeno del cosiddetto «degiovanimento» che caratterizza le società occidentali. Numeri alla mano, il credito cooperativo lombardo - che conta 27 Bcc per 202mila soci, oltre 1 milione di clienti, 5.500 dipendenti e 746 sportelli - si conferma una realtà solida, con buoni risultati sia a livello regionale che per quanto attiene la nostra provincia.
Le Bcc bresciane, infatti, registrano nel primo semestre dell’anno 6,3 miliardi di euro di impieghi (+3,1% contro il -4% dell’industria bancaria) e una raccolta diretta di 9,4 miliardi (+4,9% rispetto al 3%), con le sofferenze in diminuzione del 44,8% rispetto all’anno precedente (l’industria bancaria fa -40%). Incoraggiante anche il quadro a livello regionale, con i depositi a quota 35,2 miliardi (+6,1%: un risultato ben oltre l’incremento medio del 2,3% dell’industria bancaria regionale) cui si aggiungono oltre 8,6 miliardi di raccolta indiretta.
Gli impeghi lordi a favore di famiglie e imprese arrivano a 25,2 miliardi (+2,4% su base d’anno contro il +2,3% dell’industria bancaria) mentre gli impieghi vivi a 24,5 (+4,4%), con le sofferenze che scendono del 42,3% sull’anno precedente.
Il ruolo
«Le Bcc lombarde continuano a fare la propria parte a sostegno di famiglie e imprese e i buoni risultati registrati anche nel primo semestre di quest’anno, nonostante la complessità del quadro economico, ci confermano che le comunità locali riconoscono il valore del nostro modo differente di fare banca», commenta il presidente della Federazione Lombarda delle Banche di Credito Cooperativo, il bresciano Alessandro Azzi, per il quale la notizia dell’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio della Regione Lombardia di una mozione volta a sollecitare l’intervento di Conferenza delle Regioni e Comitato Europeo delle Regioni nei confronti del Parlamento Europeo perché si attivi a sostegno del sistema del credito cooperativo italiano costituiscono una conferma del «valore riconosciuto anche a livello politico ed istituzionale».
«L’obiettivo - aggiunge - è riconoscere forme di proporzionalità che sostengano adeguatamente la natura mutualistica delle banche di credito cooperativo e valorizzando le peculiarità delle banche di comunità». Attualissimo il tema al centro del convegno, che analizza lo squilibrio profondo nei rapporti tra le generazioni esistente oggi in Italia, con i giovani italiani che «contano meno» rispetto agli omologhi europei non solo dal punto di vista demografico, ma anche da quello sociale, economico e politico. Sul palco, relatori illustri del calibro di Sergio Gatti, direttore generale Federcasse, a Maurizio Gardini, Presidente Confcooperative, passando per la tavola rotonda «intergenerazionale» al termine dell'evento.
«Le Bcc, come agenti di sviluppo del territorio, sono pienamente coinvolte in questa partita, da giocare promuovendo azioni, prodotti e servizi a favore di giovani e famiglie e supportando le imprese anche perché creino sempre più occupazione per le nuove generazioni», tiene a precisare ancora il presidente Azzi per il quale sempre più centrale risulta anche il tema delle azioni da mettere in campo per contrastare il graduale invecchiamento delle compagini sociali del Credito Cooperativo.
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