Le 500 piccole e medie imprese che fanno grande Brescia
Sono numeri molto promettenti e che esprimono al meglio le potenzialità del nostro tessuto manifatturiero. I dati raccolti ed elaborati dall’Università degli studi di Brescia in sinergia con la redazione Economia del Giornale di Brescia delineano una «sezione» particolare del mondo produttivo bresciano: quella fatta di piccole-medie imprese con un volume d’affari al di sotto dei 12 milioni di euro e che nel quinquennio 2017-2021 hanno macinato tassi di crescita straordinari.
Basti pensare che nei cinque anni presi in considerazione, nonostante le difficoltà causate dall’emergenza coronavirus, ci sono venti aziende bresciane che hanno riportato un tasso medio annuo di crescita del loro fatturato (tecnicamente definito «Cagr») superiore al 51,7%. I loro numeri sono promettenti, le loro storie addirittura appassionanti.
Il punto
Per il sesto anno consecutivo, insieme al prof. Claudio Teodori dell’Università degli studi di Brescia abbiamo esaminato un significativo gruppo di Pmi con un fatturato non superiore ai 12 milioni di euro e poi abbiamo individuato almeno cinquecento società che nel quinquennio 2017-2021 hanno riportato una significativa crescita media annua, rispettando per di più alcuni parametri contabili a conferma della loro capacità di generare reddito e a garanzia della loro solidità patrimoniale. Ebbene, anche quest’anno, abbiamo avuto prova della forza e delle competenze manifestate da questi ambasciatori del «made in Brescia».
L'analisi, con numeri e dati interrogabili, sarà disponibile il 24 febbraio in edicola (in allegato al GdB) e su bilanci.giornaledibrescia.it a tutti gli abbonati ai contenuti Premium (l'abbonamento annuale a 10 euro, acquistabile qui, dà accesso anche all'analisi dei bilanci delle prime mille imprese bresciane e ai dati d'archivio degli ultimi 5 anni).
L’appuntamento
Anche per questo motivo, giovedì 23 febbraio alle 17, nell’aula magna della facoltà di Economia, in via San Faustino 74/B, i risultati dell’analisi realizzata dal gruppo di lavoro del prof. Teodori verranno illustrati nei dettagli e poi commentanti insieme ad alcuni rappresentanti del mondo economico bresciano (evento gratuito, ci si iscrive a questa pagina).
All’appuntamento interverranno il direttore regionale Lombardia Sud di Intesa Sanpaolo, Franco Marco Nava; il presidente di InnexHub (piattaforma costituita dalle principali associazioni d’imprese della nostra provincia a supporto delle aziende che stanno vivendo la transizione digitale e guardano al futuro puntando sull’innovazione); la presidente di Gefran, Maria Chiara Franceschetti e il presidente del gruppo Feralpi, Giuseppe Pasini.
Il mito di Olivetti
Dalla Bassa alla Valcamonica, dal lago di Garda a quello di Iseo: il nostro territorio è marcato da tante «piccole» fabbriche, che come dimostrano i numeri esaminati dall’Università degli studi di Brescia e che verranno raccolti in un inserto in edicola con il Giornale di Brescia il 24 febbraio (e online su bilanci.giornaledibrescia.it) sono un condensato della storia, della lungimiranza, delle fatiche e della tecnologia espressa da tanti imprenditori bresciani. Aspetti che rievocano peraltro la figura di Adriano Olivetti, anche lui capace di portare il nome di una «piccola» azienda nata a Ivrea in tutto il mondo.
«Il nocciolo duro e insieme lievito della cultura d’impresa della Olivetti di Adriano è e sarà la fabbrica - scrive Paolo Bricco nel libro «Adriano Olivetti, un italiano del Novecento» per i tipi di Rizzoli -. La fabbrica che è sintesi dei prodotti e delle tecnologie, degli uomini e delle donne e dell’organizzazione». Bricco nel suo volume smonta il mito di Olivetti fatto di retorica e lo ricostruisce grazie a una preziosa raccolta di documenti. Giovedì, nel corso della serata, la presentazione del suo libro sarà dunque uno spunto per il confronto con gli altri relatori.
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