Economia

Le 500 piccole aziende bresciane cresciute più del 20% l’anno

I dati dell'analisi del Giornale di Brescia e dell'Università degli Studi di Brescia con le storie di Ido Promotion, Iginio Massari e Pelizzari
Il monte ricavi. Le cinquecento aziende selezionate hanno prodotto oltre 2,1 miliardi di euro di fatturato
Il monte ricavi. Le cinquecento aziende selezionate hanno prodotto oltre 2,1 miliardi di euro di fatturato
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Tutte insieme hanno conseguito un fatturato di 2,1 miliardi di euro, con un tasso di crescita media annuo cumulato (Cagr) del 22,1%. Chi è cresciuto meno ha toccato il +9% all’anno, nel triennio 2018-2020, e almeno una ventina hanno raggiunto tassi di crescita superiori al 100%, in una fase storica segnata dall’arrivo della pandemia.

Sono le 500 piccole e medio imprese «che fanno grande Brescia», alle quali è dedicato l'inserto (la quinta edizione) «500 piccole e medie imprese che fanno grande Brescia» realizzato dal Giornale di Brescia insieme all’Università Statale e grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo (disponibile in edicola lunedì 28 febbraio, in allegato al quotidiano e online sul portale bilanci.giornaledibrescia.it).

Ieri l’anticipazione in streaming, nell’incontro introdotto dal direttore del nostro giornale Nunzia Vallini, con il direttore regionale Lombardia Sud di Intesa Sanpaolo, Marco Nava ed alcuni protagonisti delle aziende messe sotto la lente nell’analisi del prof. Claudio Teodori di UniBs. «Un’iniezione di entusiasmo - ha commentato il direttore Vallini -. Nonostante l’emergenza sanitaria che ci ha piegato, il tessuto di queste imprese non solo ha resistito, ma ha anche ottenuto performance che ci fanno ben sperare per il futuro. I numeri sono la griglia di riferimento, una piattaforma certa da cui partire per acquisire una consapevolezza anche culturale, comprendere chi siamo, dove stiamo andando e con quali leve continuare».

«I bresciani - sottolinea Nava - hanno progettualità, potenzialità e risorse per continuare ad essere uno dei locomotori dell’economia nazionale. Il nostro compito è affiancare queste imprese, anche nel percorso di transizione ecologica ed energetica, che per loro deve essere una sorta di zenith, e supportare le startup con idee innovative, aiutandole nella fase di sviluppo e nella creazione di network».

I dettagli della crescita

Nel dettaglio entra Teodori: le aziende selezionate hanno un fatturato compreso tra i 2 e 10 milioni di euro. Il 45% è cresciuto più del 20% annuo, con una redditività andata dal 7 ad oltre il 9%; la produzione di risorse finanziarie si è incrementata di un punto e mezzo, assestandosi al di sopra del 10%. Un valore aggiunto pari al 27% del fatturato, un +27,5% di nuovi dipendenti e, per la parte finanziaria, una dipendenza rimasta stabile dagli istituti di credito. «Sono imprese con una redditività crescente, buona liquidità e tanta voglia di dimostrare che nel tempo possono diventare realtà ancora più grandi e importanti» sintetizza Teodori.

Le storie

Oltre ai numeri, c’è di più: storie di fatica, impegno e, soprattutto, visione. Lo testimonia la Ido Promotion di Rovato (con sede operativa a Torino), che commercializza gadget per grandi nomi (tra cui Barilla, Bauli, Nestlé) e promuove le eccellenze del made in Italy all’estero, in particolare Cina: 281mila euro di fatturato nel 2018, 657mila nel 2019, 2 milioni 440mila nel 2020 (+194,8%). «L’inizio è stato duro - racconta l’ad Claudio Cosa -, però siamo riusciti a sviluppare idee interessanti. Abbiamo puntato molto sull’export. L’attività si sta espandendo: spaziamo anche su altri settori come il medicale e ci sono tanti progetti in cantiere».

Ha compiuto 50 anni il marchio del maestro pasticciere Iginio Massari, ma la Iginio Massari srl, di cui sono anima i figli Debora e Nicola, è da loro considerata ancora «una startup», che dai 618mila euro del 2018 è passata ai 3,7 mln del 2020 (+147,2%). «Cinquant’anni passati in un soffio - osserva Massari - e siamo qui, pur con tutte le difficoltà del momento, come le materie prime che non si trovano». «Siamo in fase di strutturazione aziendale - spiegano Debora e Nicola -: ci siamo concentrati su un programma sostenibile con alcune aperture, come Milano, Verona e prossimamente Napoli. Questo è l’anno del consolidamento: 5 negozi, 11 pop up store; ci stiamo anche affacciando verso i Paesi esteri. Ma la nostra sede produttiva sarà sempre a Brescia».

Dalla dolcezza alla bellezza con Pelizzari Studio, che si occupa di architettura e interior design: 618mila euro (2018), 860mila (2019), fino ai 2 mln nel 2020 (+127,4%). «Le nostre sono progettazioni sartoriali - afferma il socio David Moreni -, apprezzate anche da clienti esteri. Dal 2015 abbiamo preferito concentrarci sul mercato italiano, mentre molti colleghi guardavano all’estremo Oriente, e la scelta ci ha dato ragione. Lavoriamo con tutto l’indotto del territorio, per ristrutturazioni di palazzi storici, uffici, piccoli hotel e boutique. Il Superbonus? Non c’entra in questi dati, ne vedremo gli effetti nei prossimi anni».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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