Economia

Lavoro, la distanza tra domanda e offerta: a Brescia ci sono 10mila giovani inattivi

Rigotti (Cna): «Burocrazia soffocante e fisco fuori da ogni logica richiedono un cambio di passo»
I relatori del convegno organizzato da Cna, con al centro la presidente Eleonora Rigotti - © www.giornaledibrescia.it
I relatori del convegno organizzato da Cna, con al centro la presidente Eleonora Rigotti - © www.giornaledibrescia.it
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l disallineamento tra la domanda e l’offerta, quindi tra il bisogno di competenze aggiornate e di qualità delle imprese e la capacità di offrirne del mondo scolastico e formativo, è probabilmente il problema più sentito nel mondo del lavoro di oggi. La competizione, in particolare quella internazionale tra paesi e sistemi, si gioca soprattutto su quello, come si gioca su quello la possibilità di continuare a progredire e garantirsi benessere economico e sociale.

Proprio il «mismatching» è stato il tema centrale dell’incontro «Cosa accede al mondo del lavoro?», svolto ieri sera nella sede di Cna Brescia, dove moderati dal collega Roberto Ragazzi si sono alternati al tavolo dei relatori la presidente di Cna Eleonora Rigotti, il segretario generale aggiunto della Cisl cittadina Paolo Reboni, il ricercatore Elio Montanari, il consigliere regionale Claudia Carzeri, l’assessore del Comune di Brescia Valter Muchetti, il direttore di Cna Luca Virgili e il responsabile delle relazioni sindacali nazionali di Cna Maurizio De Carli.

Il punto

Tra i tanti numeri e dati snocciolati dai relatori hanno destato particolare impressione quelli estratti da una recente ricerca Excelsior da Paolo Reboni, da cui emerge che entro quattro anni il sistema economico italiano avrà bisogno di 1.573.300 tecnici specializzati, 1.234.000 impiegati e addetti ai servizi, 722.800 operai specializzati e conduttori di impianti, e 389.900 operai non qualificati.

«Cosa succederà – si è chiesta la presidente Rigotti – se la discrepanza tra domanda di personale capace e un'offerta che in molti ambiti risulta inadeguata, continuerà sui livelli attuali? A Brescia – ha continuato - abbiamo 10.000 ragazzi che non lavorano, non cercano lavoro e non studiano. Se alla tendenza a estraniarsi dal lavoro sommiamo il sommerso, la burocrazia soffocante e un fisco fuori da ogni logica, è facile comprendere la richiesta delle imprese di introdurre un cambio di passo realmente responsabile da parte della politica e di chi governa».

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La replica

La politica regionale, al convegno, ha portato qualche risposta. «Stiamo supportando la formazione tecnica superiore attraverso il sistema degli Its – ha sottolineato la Carzeri -. Abbiamo investito 80 milioni e aumentato gli studenti del 41% fino a quota 5.000. Con i fondi in arrivo dal Pnrr l’obiettivo è crescere ancora». L’indagine di Cna sul fabbisogno di manodopera – come ha ricordato Virgili - ha messo in evidenza che il 48% delle imprese artigiane intervistate sta cercando personale, soprattutto per il suo «core business», ma anche che nel 65% dei casi la ricerca avviene per conoscenze e che il sostegno dei canali pubblici in questo senso è talmente marginale da non andare oltre il 2,5%.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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