Latte alla stalla: il prezzo medio sale a 57 centesimi fino a gennaio
Dopo un confronto durato due settimane, i produttori di latte e l’industria che lo lavora hanno trovato l’accordo. Il litro di latte, pagato finora alle stalle bresciane e lombarde 48 centesimi, renderà da oggi alla fine dell’anno ai produttori una media di 57 centesimi. L’intesa è stata siglata con Italatte, società del gruppo Lactalis, la più importante industria casearia a livello nazionale. Prevede il riconoscimento alla stalla di 55 centesimi al litro per i mesi di luglio e agosto, di 57 centesimi per i mesi di settembre e ottobre, di 58 centesimi per novembre e di 60 centesimi per dicembre.
Il ritocco delle ultime ore segue quello di aprile, valido per il trimestre aprile-giugno, in cui le parti avevano deciso di congelare il meccanismo di indicizzazione del prezzo del latte in funzione da qualche anno perché ritenuto non idoneo in una fase di mercato molto turbolenta, e di ricorre quindi a un prezzo fisso. Prezzo fisso che era stato di 47,1 centesimi ad aprile (a marzo arrivava a 42,7), di 47,6 centesimi a maggio, e di 48 centesimi a giugno.
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Le reazioni
Per il presidente di Coldiretti Brescia, Valter Giacomelli, quello appena siglato è un risultato positivo che permette alle aziende di guardare ai prossimi mesi con una prospettiva favorevole, boccata d’ossigeno anche in relazione agli aumenti dei costi di produzione, a Brescia rilevanti, considerato che negli oltre 1.500 allevamenti della nostra provincia si fa una produzione che raggiunge il 12% del totale nazionale. La stabilità della rete zootecnica - per Coldiretti Brescia - è importante non solo in termini economici ma anche per la società e l’ambiente. Quando una stalla chiude infatti si perde un intero sistema di lavoro e di vita fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici, e soprattutto di persone impegnate a operare (non di rado da generazioni) per evitare lo spopolamento e il degrado dei territori, in modo particolare delle zone svantaggiate».
Da Confagricoltura il presidente nazionale della Federazione latte, il bresciano Francesco Martinoni, ha parlato di «accordo che lascia l’amaro in bocca, visto l’andamento imprevedibile del mercato e le conseguenti difficoltà a concordare un prezzo valido. Abbiamo accettato questo contratto perché a fine anno si arriverà a 60 centesimi ed è una buona base di partenza per il 2023». Per il presidente della Federazione lattiero casearia di Confagricoltura Lombardia, Maurizio Roldi - «l’incognita ora sono i costi di produzione, ancora in aumento, e i raccolti, provati in queste settimane dalla siccità».
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