Economia

L'anno difficile dell'acciaio italiano, vola invece la Cina

Secondo i dati di Siderweb male soprattutto il comparto automobilistico, che nel 2019 dovrebbe consumare quasi il 10% di acciaio in meno
Tondo per cemento armato -  © www.giornaledibrescia.it
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Dopo un buon 2018, quest'anno è molto difficile per l'acciaio italiano: la produzione dell'intero 2019 è vista in calo del 4,1%, contro un ribasso medio per i Paesi dell'Unione europea del 3,1%. Per l'Italia male le previsioni di vendita dei prodotti piani (i principali dell'ArcelorMittal ex Ilva di Taranto, ad esempio), che quest'anno dovrebbero essere in calo del 2,5%. Tutto ancora a vantaggio della Cina: nei primi otto mesi il gigante asiatico ha già incassato un aumento di produzione del 9%.

Lo affermano dati di Siderweb, che ha riunito a Brescia il settore italiano in un convegno nel quale ha presentato lo studio sul settore. L'Italia - secondo quanto consultato dall'Ansa - è vista faticare quest'anno ovviamente a partire dai consumi, con quelli reali stimati per quest'anno in calo del 3,9% (contro una media europea a -2,8%) e quelli apparenti, che cioè comprendono anche le scorte, in frenata dell'1,8%.
Male soprattutto il comparto automobilistico, che nel 2019 dovrebbe consumare quasi il 10% di acciaio in meno. Tutti i settori sono in segno negativo tranne le costruzioni, che si riprendono dal baratro recente con un aumento dei consumi del 5%.

Quella di quest'anno è una brusca inversione di tendenza rispetto al 2018, quando il fatturato totale della filiera siderurgica italiana ha superato i 62 miliardi, in miglioramento dell'11% rispetto all'anno precedente, con il reddito netto che è ammontato a 1,6 miliardi, in aumento del 12%.

Lo studio di Siderweb analizza 5.500 bilanci di imprese del comparto: 1.800 della filiera stretta, ma anche quelli degli utilizzatori oltre che dei gruppi esteri della produzione e della distribuzione di acciaio.
Un andamento del mercato che ovviamente pesa sulla società: Tenaris ad esempio ha presentato conti dei nove mesi difficili e previsioni di un quarto trimestre che, secondo gli analisti, «sembra peggiore» con «aspettative di consenso» che probabilmente verranno tagliate. Il titolo, sotto pressione in Borsa per tutta la giornata, ha così chiuso in ribasso del 3,29% a 9,05 euro. Ma è tutto il comparto dell'acciaio che ha sofferto sui timori per un rallentamento della crescita dopo il peggioramento i dati di fabbrica in Cina e i dubbi su un accordo commerciale a lungo termine tra Stati Uniti e Pechino. A partire dal titolo ArcelorMittal, che ha perso il 3,44% ad Amsterdam, a 13,23 euro. 

 

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