Landini: «Stefana frutto dell'assenza di politiche industriali»
La crisi di molte aziende del settore siderurgico a livello nazionale deriva «dall’assenza prolungata di politiche industriali serie e condivise». Parole che pesano e ancor più acquistano rilevanza perché pronunciate al cospetto dei lavoratori della Stefana, l'azienda i cui 547 dipendenti guardano con preoccupazione alla data imminente del 2 giugno, quella in cui scadrà la loro cassa integrazione.
A pronunciare è stato il segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, intervenuto fuori dagli stabilimenti di via Bologna, a Nave, che ha parlato del “caso Stefana” come di "specchio locale di un problema nazionale".
Lo stesso Landini, dopo l'intervento della mattina a Nave, è rimasto a Brescia dove lo attendeva un altro appuntamento, quello con gli studenti di Giurisprudenza: alla platea dell'ateneo il segretario generale Fiom-Cgil ha parlato della Carta dei diritti universali del lavoro, il documento attorno al quale la Camera del Lavoro è impegnata in una campagna di mobilitazione nazionale.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato