L’allarme della Cisl Brescia: «Per 6 lavoratori su 10 aziende ferme su sicurezza e salute»
Più di 4 lavoratori su 10 non sono stati adeguatamente formati sui temi della sicurezza, quasi la metà svolge la sua attività in contesti in cui non avviene la corretta manutenzione di ambienti e attrezzature e più di 6 su 10 ritengono che negli ultimi cinque anni la situazione riguardo a sicurezza e salute in azienda non sia migliorata.
Sono dati allarmanti quelli emersi dal questionario che l’osservatorio tematico della Cisl Brescia ha sottoposto a più di mille lavoratori pubblici e privati, appartenenti a diversi settori.
«Quasi il 30% dei lavoratori intervistati ha dovuto comprarsi i dispositivi di protezione individuale - le parole del segretario generale della Cisl Alberto Pluda -. La legge invece prevede che sia l’azienda a pagarli»
Cosa non va
In una provincia maglia nera in Lombardia per infortuni mortali, con 38 vittime nel 2023 ed un incremento del 16,7% nei primi due mesi di quest’anno, la voce dei lavoratori identifica negli eccessivi ritmi di lavoro e nelle distrazioni i principali fattori di rischio. Da segnalare inoltre come i pericoli aumentino nei contesti lavorativi più piccoli, che sono anche i più diffusi.
Con 65mila imprese bresciane che contano meno di 9 dipendenti. Ne consegue che il 21% degli intervistati dichiari di sentirsi spesso in pericolo, addirittura il 60% se si considerano i lavoratori dei cantieri. Dati di cui ora la Cisl farà tesoro pianificando le strategie più efficaci di tutela.
«Di fronte alla scia di sangue degli infortuni mortali sul lavoro che vede Brescia drammaticamente coinvolta – ha affermato Pluda – ci sono risposte facili, come quella dello sciopero, e risposte più faticose, come quella di incalzare tutti gli attori in campo a dare corso agli impegni di responsabilità, di formazione e di informazione sottoscritti e da troppi firmatari disattesi.
La nostra risposta va in questo senso: non ci si può più accontentare di slogan e proclami. Per questo abbiamo voluto interpellare direttamente i lavoratori e dalle loro risposte emergono spunti per mettere precisamente a fuoco le cose da fare e le modalità con cui farle”.
E dall’organizzazione sindacale giunge anche l’appello a rendere operativo l’accordo sottoscritto il 30 gennaio 2023 con le altre organizzazioni e 13 associazioni datoriali: «Quel tavolo si è arenato - conclude Pluda -, e noi chiediamo a gran voce che si riprenda il confronto».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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