La Tavina stappa 212 milioni di bottiglie e triplica l’utile
Ganten Water, il partner cinese di Tavina di cui detiene il 45% del capitale, dopo il bilancio 2018 della società presieduta da Armando Fontana non può che esser soddisfatto per un’operazione che ha come obiettivo iniziale la commercializzazione di acqua minerale sul mercato asiatico e successivamente nel resto del mondo, forte anche del traino mediatico del marchio che sarà generato dalla Juventus di cui Ganten nel 2017 è diventato «official water» della squadra torinese. Tavina, dopo che fino a novembre dello scorso anno ha lavorato in entrambi gli stabilimenti (quello storico di Salò e quello nuovo di Cunettone), dalla fine dello scorso anno ha trasferito tutto nel nuovo impianto, dopo aver venduto le quattro linee di imbottigliamento, a conclusione delle omologazioni e dei collaudi delle nuove linee produttive, ottenuto l’accreditamento Icim (Istituto di Certificazione Italiano per la Meccanica), funzionale alle attestazioni di conformità alle linee guida industria 4.0. Il traino dell’estero.
Tavina chiude il 2018 con un utile di 1,9 milioni (676 mila l’anno precedente); il conto economico presenta un fatturato di 30,1 milioni (erano 28,9) generato dalla vendita di 212 milioni di bottiglie con una crescita del 2,5% su un mercato «in cui - rileva la relazione sulla gestione - i consumatori italiani si sono spostati su prodotti low price, mentre l’estero continua ad apprezzare il food made in Italy», e quindi anche le nostre acque minerali, offrendo notevoli spazi di crescita generate anche del rapporto con Ganten. Nonostante il nuovo stabilimento, Tavina ha continuato gli investimenti: 2,8 milioni in cui è compresa la linea di imbottigliamento in vetro Krones, vetro sul quale la società continua a guardare con interesse, dopo aver lanciato sul mercato una nuova linea per la ristorazione e l'intero settore horeca hotek, ristoranti,catering). Il ros (indicatore che analizza la gestione operativa e rappresenta la percentuale del margine operativo netto sui ricavi indicando l'incidenza dei principali fattori produttivi sul fatturato) è salito da 3,52 al 5,54%. Il margine operativo lordo è stato di 2,9 milioni (erano 3 con una flessione di 126mila euro).Tra i costi, materie prime per 9,4 milioni, servizi per 12,8, lavoro per 3,5 milioni. Da 8,4 milioni del 2017 il patrimonio netto è passato a 10,3.
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