Economia

La Russia fuori dallo Swift: che cos'è e perché se ne parla

Guerra in Ucraina e sanzioni alla Russia: una delle ipotesi sul tavolo e paralizzare gli scambi finanziari da e per Mosca
IL BLOCCO DELLO SWIFT SERVE?
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La prima risposta all'attacco della Russia di Putin all'Ucraina è un pacchetto di sanzioni economiche, messe in campo da vari attori, tra i quali i principali sono la Ue e gli Usa. Sul tavolo dei leader mondiali in questo momento ci sono varie opzioni (al di là dell'intervento militare che non viene preso in esame).

Una delle leve più rilevanti è quella di paralizzare gli scambi finanziari da e per la Russia. Ed ecco perchè in queste ore ricorre di frequente sui media e sui social la parola «Swift». Cerchiamo di chiarire di cosa si tratta e perché le implicazioni sono diverse.

Che cosa vuol dire Swift

Partiamo dalla definizione. Swift è anzitutto un acronimo, vale a dire la sigla delle iniziali di tutte le parole che concorrono a indicarne la natura: «Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication», cioè «Società per la Telecomunicazione Finanziaria Interbancaria Mondiale».

A cosa serve

Nata nel 1973, Swift ha sede in Belgio, e benché venga indicato correntemente come «sistema» costituisce piuttosto un network che consente agli istituti bancari di comunicare tra loro, secondo un linguaggio comune e su una piattaforma unitaria, tutti i pagamenti internazionali. La sua rilevanza è determinata dal fatto che vi aderiscono oltre 11mila banche di tutto il mondo, il che di fatto lo rende il circuito di scambio principale a livello planetario del sistema interbancario. Per capire quante siano le transazioni che vengono gestite tramite Swift, basta un dato, riportato dallo stesso sito istituzionale della società: nel solo mese di febbraio (dato aggiornato ad oggi, giorno 26) sono stati contati 385 milioni di messaggi finanziari.

Perché l'esclusione creerebbe danno alla Russia

Secondo i dati disponibili, sono circa 300 gli istituti di credito russi che attualmente si avvalgono di Swift. L'esclusione dal circuito internazionale renderebbe da subito molto complicato per le banche di Mosca effettuare - e ricevere - pagamenti internazionali. In altre parole: diventerebbe quasi impossibile per gli istituti inviare all'estero denaro o introdurne. Il che comporterebbe l'impossibilità di effettuare transizioni finanziarie, quelle ad esempio, indispensabili a definire compravendite di merci, flussi finanziari, ecc. 

Quali ripercussioni per l'Italia?

Le ha prospettate il ministro per l'Economia Daniele Franco. Il nostro Paese, venendo meno l'interconnessione bancaria per le transazioni con la Russia, non avrebbe più modo di pagare gli approvvigionamenti di gas alla Federazione Russa. Quelli allo stato attuale che coprono oltre il 40% del fabbisogno nazionale. Gas che non può essere reperito altrove in tempi rapidi. E mentre si ipotizza una riattivazione delle centrali a carbone esistenti, nonostante le ripercussioni su un piano ambientale, il Governo ribadisce la piena adesione alle decisioni su sanzioni Ue - lo ha fatto lo stesso premier Draghi nella telefonata avuta oggi con il presidente ucraino Zelensky -, ma non nasconde la preoccupazione per una situazione che potrebbe essere critica per il nostro Paese. Come l'Italia erano restie alla misura dell'esclusione della Russia da Swift anche Ungheria e Cipro, che pure hanno  confermato nelle ultime ore la loro adesione alla sanzione sul punto in questione. Unica voce fuori dal coro resta quella della Germania, complici i forti legami economici con Mosca.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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