La rivolta dei florovivaisti: errore togliere il Bonus verde
Per i florovivaisti bresciani, il Bonus verde «ha significato quest’anno un aumento medio dei fatturati d’impresa del 30%», mentre il Decreto clima, emanato dal governo pochi giorni fa, ha riconosciuto «la capacità del verde di ripulire l’aria e migliorare l’ambiente delle nostre città». Eppure, tra le proposte per la Legge di bilancio 2020, il Bonus verde non c’è più.
In vigore da due anni, 2018 e 2019, ha iniziato a far sentire i suo effetti appieno solo quest’anno, visto che il 2018 era stato in buona parte perso per via delle lungaggini burocratiche. In primavera, ha permesso a cittadini e imprese di riqualificare gli spazi verdi usufruendo della detrazione fiscale del 36% su importi massimi di 5.000 euro, concedendo il recupero di una parte dell’investimento in giardini e parchi sotto forma di sgravi fiscali in dichiarazione dei redditi.
«Per noi è garanzia di pagamento e tra l’altro rapido - conferma la presidente bresciana dell’associazione nazionale Assofloro, Nada Forbici -. Per godere dei vantaggi fiscali il committente deve infatti onorare la fattura e farlo entro il 31 dicembre di quell’anno, pena lo slittamento di 12 mesi dell’inizio del recupero a rate della spesa. In più, grazie alla misura, tutti i pagamenti sono tracciati, e questo dovrebbe interessare molto a un governo che ha dichiarato guerra all’evasione fiscale». La presidente Forbici rincara la dose: «Ci aspettiamo invece diventi una misura strutturale permanente e non che sia eliminata. Escluderlo dalle agevolazioni sarebbe un grave errore».
Il valore della produzione florovivaistica di Brescia è di 60 milioni di euro l’anno e quella lombarda di 222 milioni, il 9% del totale nazionale che arriva a due miliardi e mezzo. I dati 2017, gli ultimi disponibili li snocciola l’assessore all’Agricoltura e Sistemi verdi di Regione Lombardia, Fabio Rolfi e dicono che in Lombardia sono attive 6.760 imprese e a Brescia 890.
«Togliere il Bonus verde significherebbe danneggiare il comparto florovivaistico e le nostre città - denuncia Rolfi -. La sostenibilità ambientale si persegue con incentivi alle buone pratiche, non con tasse e divieti. La Regione Lombardia farà di tutto affinché l’agevolazione venga reinserita».
Ricordiamo che gli interventi avvantaggiati dallo sgravio, che rischiano di tornare a prezzo pieno tra poco più di due mesi, sono quelli «straordinari», quindi consistenti, e non quelli «ordinari» fatti in economia. Rientrano nell’elenco la sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, le realizzazione di impianti di irrigazione e pozzi, e la costruzione di coperture verdi e giardini pensili.
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