La Regione lancia il manifesto a difesa della filiera automotive
Una transizione ecologica «sostenibile sotto il profilo ambientale, economico e soprattutto sociale». Da perseguire nell’ottica «della neutralità tecnologica», per non perdere una leadership conquistata in cento anni di ricerca, di innovazione, di scelte imprenditoriali e di duro lavoro.
È un po’ questa la filosofia alla base del manifesto lombardo «per la mobilità sostenibile» presentato ieri dall’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Guido Guidesi, affiancato dai presidenti del Cluster Lombardo per la Mobilità e dell’Aerospazio, Saverio Gaboardi e Angelo Vallerani.
Documento «importante, nei contenuti e nel metodo», ha spiegato il presidente della Regione Attilio Fontana, «perché condiviso con tutti gli attori del sistema, le aziende dell’automotive e la filiera dei carburanti». Il manifesto non mette in discussione gli obiettivi di decarbonizzazione e sviluppo sostenibile fissati dall’Europa - spiega l’assessore Guidesi -, ma «lancia una sfida, crea le condizioni per una graduale e razionale transizione ecologica contraddistinta dalla neutralità tecnologica».
I numeri
Il comparto dell’automotive - l’«industria delle industrie», come la definiva l’economista Peter Drucker - coinvolge in Lombardia oltre 1.000 aziende, più di 50mila occupati, per un fatturato superiore ai 20 miliardi; nella sola provincia di Brescia operano più di 250 imprese, circa 18mila dipendenti per un fatturato che si aggira attorno ai 6,5 miliardi (il 15% del giro d’affari annuo della manifattura provinciale). Il vero nodo è rappresentato dal pacchetto «Fit for 55», che prevede lo stop alle immatricolazioni di auto a motore a combustione interna dal 2035.
«Crediamo questo manifesto possa essere una grande opportunità anche per il Governo e per la Commissione Europea - ha dichiarato Guidesi -. Le nostre proposte non solo tutelano l’occupazione e sostengono comparti produttivi importanti, ma possono creare nuove occasioni di lavoro e processi innovativi».
Alla base del documento c’è il principio di «neutralità tecnologica», che attribuisce pari dignità e sostegno a tutte le trazioni, compresi i motori endotermici evoluti e/o alimentati con carburanti non fossili o a basso contenuto di carbonio e motori elettrici.
«Il motore endotermico può ottenere gli stessi risultati dell’elettrico - ha spiegato Saverio Gaboardi -, ecco perché crediamo che in futuro debbano coesistere una pluralità di tecnologie e di trazioni a seconda degli utilizzi. L’Europa ha messo al bando il motore endotemico, si è posta in una posizione isolata rispetto a Cina e Stati Uniti. Credo che questa scelta debba essere modificata: il motore endotemico non produce Co2 se alimentato da combustibili non fossili».
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Le richieste del Manifresto. Alla base del documento c’è la completa adesione agli obiettivi di miglioramento climatico, ma contestualmente è richiesta la neutralità tecnologica e pari dignità di tutte le «trazioni». Ma si chiede anche una «rimodulazione del pacchetto climatico della Commissione europea, nei contenuti e nelle tempistiche; la definizione di un quadro normativo «inclusivo, stabile e neutrale», derivante da una strategia di decarbonizzazione aperta al mantenimento dei motori esistenti, come gli Euro 7, e alla valorizzazione delle nuove soluzioni.
L’idea, inoltre, è quella di introdurre un traguardo intermedio al 2030 per valutare le evoluzioni delle tecnologie disponibili, con una focalizzazione nella definizione delle policy sui vettori energetici alternativi». Questo approccio «mixed technology» attenuerebbe grandemente la perdita di occupazione che in Lombardia potrebbe arrivare a 18/20mila unità e allontanerebbe il rischio di un grave deterioramento della competitività della filiera della componentistica automotive regionale, che è al secondo posto in Italia e al quinto posto in Europa».
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