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La questione ambientale: per i giovani priorità anche nel sistema produttivo

È quello che è emerso dagli studenti dell’Istituto Capirola di Leno nel corso del secondo appuntamento di Hub della conoscenza di venerdì 31 maggio
Gli studenti dell'Istituto Capirola all'incontro organizzato a Leno
Gli studenti dell'Istituto Capirola all'incontro organizzato a Leno
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«Società e tecnologia. Che cosa ne pensano i giovani»: è questo il titolo del secondo appuntamento che si è tenuto a Villa Seccamani a Leno venerdì 31 maggio. L’Hub della Conoscenza vuole dar voce ai giovani, proprio per questo, dopo i saluti istituzionali, è stato riservato ampio spazio agli studenti del triennio dell’Istituto di Istruzione superiore «Capirola». Ecco quello di cui hanno parlato.

«È necessario trasformare la consapevolezza in azioni concrete»

Nel 2018, l’Osservatorio Nazionale sulle Tematiche Ambientali e Sociali ha condotto un sondaggio che esaminava l’atteggiamento degli italiani verso l’ambiente. I risultati hanno rivelato che, sebbene la maggioranza si dichiarasse preoccupata per le questioni ambientali, questo interesse spesso non si traducesse in azioni concrete. Gli stessi risultati sono emersi dall’esperimento svolto durante l‘evento, in cui c’è stata una notevole differenza tra il numero di mani alzate, la prima volta, quando è stato chiesto a chi interessasse il tema della sostenibilità ambientale, e la seconda volta quando è stato chiesto chi applicasse questo interesse nelle scelte quotidiane. Questo dimostra che il problema non è la consapevolezza ma la capacità di riuscire a trasformarla in azioni immediate e significative. È fondamentale agire in modo intelligente per salvaguardare l’ambiente e per assicurare una qualità di vita migliore alle generazioni future. Il segreto per riuscire a farlo è empatizzare con le persone e con il pianeta, mettendo da parte l’egoismo.

di Iman Ejjaki

«La generazione “Z” è più propensa ad acquistare sostenibile»

I dati di qualsiasi studio statistico in ambito di sostenibilità e sviluppo dimostrano come la generazione Z sia più propensa all’acquisto di prodotti sostenibili o creati con materiale riciclato. Sicuramente queste evidenze non si possono ignorare e costituiscono un grosso vantaggio, ma bisogna pensare anche all’attaccamento dei giovani a seguire mode e trend del momento. Non comprendere a pieno le motivazioni della sostenibilità e i rischi a cui andremmo incontro non rispettandola potrebbe portare a una rapidissima inversione di rotta. Pertanto, creare consapevolezza e attenzione nei ragazzi è indispensabile e lo si può fare partendo dai piccoli gesti. Sono molte le istituzioni che si stanno applicando per riuscire a cambiare le cose, partendo dalla scuola con l’introduzione di educazione civica e con l’attuazione di progetti come «Sostenibilità ambientale. Che cosa ne pensano i giovani», che ha permesso di condividere idee, pensieri e momenti su un tema così caldo e importante. I giovani sono stufi dei piccoli slogan, desiderano fatti concreti per garantire una vita migliore.

di Luca Totaro

«I giovani chiedono fiducia e partecipazione»

Negli ultimi anni il concetto di sostenibilità è stato associato sempre più spesso al mondo delle imprese ponendo una particolare attenzione all’impatto, positivo e negativo, delle loro attività sull’ambiente circostante. Essere un’azienda sostenibile significa ridurre i rifiuti prodotti, ricorrere all'uso di energie rinnovabili, favorire un’ottica di mercato volta all’economia circolare, ma anche individuare eventuali idee strategiche che potrebbero portare a miglioramenti sostenibili nei processi aziendali. Le ultime generazioni, nonostante possano offrire un importante contributo alle imprese, sono poco considerate e poco stimate, a causa della «ridotta» esperienza e della «incapacità» nella gestione di un’attività. Il fatto che le imprese non rispettino gli standard che i giovani si aspettano di ritrovare nel mondo del lavoro fa sì che quest’ultimi si spostino verso altri Paesi, causando la «desertificazione urbana». Quello che chiedono i giovani alle imprese, dunque, è maggior fiducia nell’attuazione di progetti innovativi, più partecipazione e consultazione sulle modifiche da apportare per rendere sostenibili le aziende e il mondo un posto migliore.

di Arianna Bertoletti

«No a radicalismi e ideologizzazione ambientale»

L’ambientalismo è uno dei temi più sentiti e allo stesso tempo controversi della nostra epoca. Non è usuale assistere a manifestazioni o scontri tra idee divergenti sull’argomento, anche sostenibilità e ambiente dovrebbero essere punti di condivisione unitaria. Ciò non significa che si debba escludere la varietà di opinioni, ma che si deve trattare la materia con pragmatismo, attraverso una linea risolutiva comune, senza considerarla necessariamente una bandiera di partito. Molte le iniziative che nel tempo hanno affrontato questo tema come, per esempio, la Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente Umano, la prima conferenza ambientale a Stoccolma nel ‘72, il protocollo di Kyoto del ’97, l’accordo di Parigi e la famosa Agenda 2030 siglati in tempi più recenti. Secondo l’Agenda Globale 2030, in Italia solo il 42,6% degli obiettivi da raggiungere è in fase di miglioramento. I problemi da risolvere sono complicati e la pandemia non ha agevolato, però anche il «radicalismo e l’ideologizzazione ambientale» hanno contribuito allo stallo attuale. Lo sviluppo sostenibile è un cambio di rotta che pone al centro l’ambiente, ma che non esclude l’uomo. Non può esserci l’umanità senza l’ecosistema adatto, e non possiamo costruire un territorio migliore senza gli individui e le loro attività.

di Luca Gervasio

«Una mobilità green che sia equa e conveniente per tutti»

Un altro tema importante da affrontare quando si parla di sostenibilità ambientale è quello della mobilità sostenibile. Con questo termine si fa riferimento all’insieme di modalità di trasporto che riducono al minimo l’impatto ambientale e promuovono uno sviluppo equo e sostenibile. La mobilità green comprende una vasta gamma di iniziative e soluzioni che spaziano dall’adozione di veicoli elettrici, alla promozione del trasporto pubblico ed efficiente, al car sharing e car pooling e infine all’incremento di infrastrutture per pedoni e ciclisti. Oltre ad essere una questione ambientale è anche una questione sociale poiché offre l’opportunità di creare comunità più connesse e accessibili per tutti, includendo anche coloro che, ad oggi, sono svantaggiati dalla mancanza di questi trasporti. Quello che chiedono i giovani è che la mobilità sostenibile sia più equa, conveniente e che consenta di ridurre, almeno in parte, le disuguaglianze socioeconomiche. Per coinvolgere i giovani su questo tema è necessario offrire loro risorse e strumenti per provare a diventare leader nella promozione della mobilità sostenibile. Non può essere considerata un’opzione ma una risposta urgente alla crisi climatica e una chiave per garantire un futuro migliore alle nuove generazioni.

di Beatrice Cremaschini

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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