Economia

La proposta del sindacato Cisl: rappresentanti dei lavoratori nei cda delle imprese

Anche a Brescia avviata la campagna per la raccolta delle firme per una legge di iniziativa popolare
La sede della Cisl Brescia, in una foto d'archivio - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
La sede della Cisl Brescia, in una foto d'archivio - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
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Parte da Brescia la sfida della Cisl per la legge di iniziativa popolare sulla partecipazione al lavoro. Una sfida «a tutto tondo», dice il segretario provinciale Alberto Pluda in apertura dei lavori del Consiglio generale in scena in via Altipiano d’Asiago, che richiama da un lato la storia del movimento sindacale stesso e dall’altro la Costituzione Italiana, che nell’articolo 46 mette nero su bianco il diritto dei lavoratori a collaborare, «nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi», alla gestione delle imprese.

«La nostra Carta Costituzionale ha compiuto 75 anni ma di fatto l’articolo 46 non ha mai avuto piena attuazione - spiega Pluda -: esistono sul territorio nazionale e locale dei percorsi di partecipazione attivati per via contrattuale, ma non intervento legislativo vero e proprio. Per questo chiediamo a Governo e Parlamento, come già fatto nell’audizione parlamentare del maggio scorso, di approvare una norma».

Il disegno di legge

«Con il nostro disegno di legge vogliamo definire iniziative contrattuali nazionali e di secondo livello per la partecipazione gestionale, economica, organizzativa e consultiva dei lavoratori», entra nel merito Emmanuele Massagli, presidente di Adapt e tra coloro che hanno lavorato al testo, che sottolinea come, rispetto a precedenti proposte presentate in Parlamento, quella della Cisl non punti su un’unica soluzione partecipativa ma su più possibilità attuative.

Ossia, la partecipazione gestionale (con la presenza dei lavoratori negli organi decisionali); la partecipazione economico finanziaria (che prevede la distribuzione di una quota di utili non inferiore al 10% o la distribuzione di azioni); la partecipazione organizzativa (molto diffusa, ad esempio, nel metalmeccanico bresciano, con la creazione di comitati per il miglioramento del prodotto-processo, sostenibilità e inclusività) e, ultima ma non ultima, la partecipazione consultiva che, precisa, «non è solo informazione ma coinvolgimento».

Peraltro, sottolineano i promotori, la proposta non sancisce nessun obbligo ma al contrario mette sul piatto per chi la sceglie incentivi di natura economica e fiscale, rendendola percorribile anche da imprese di medie e piccole dimensioni che possono percorrere la strada a loro più congeniale.

«Come detto dal nostro segretario Sbarra, come Cisl vogliamo fare la nostra parte per promuovere la crescita della società nel segno della corresponsabilità», sintetizza Andrea Cuccello della segreteria nazionale, per il quale la proposta vuole essere «una spinta propulsiva per il Paese» in una fase in cui è sempre più difficile sentirsi parte di qualcosa. Un modo, insomma, «per superare il concetto di conflittualità all’interno delle aziende, stabilendo un nuovo modello di relazione a beneficio di tutti».

Ora l’obiettivo della Cisl è raccogliere 50mila firme entro i prossimi 6 mesi, così da far approdare la proposta in Parlamento ma, dice Pluda, «pensiamo che ne raccoglieremo molte di più».

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