La missione dei delegati Fim Brescia a Stoccarda
Prima dell'estate l'Ig Metall, il sindacato che rappresenta i lavoratori metalmeccanici tedeschi, ha aperto una trattativa con la Confindustria di Berlino, al termine della quale (dopo soli due mesi e mezzo di discussione) ha ottenuto un aumento salariale lordo di circa 4,3 punti percentuali. «In realtà avevamo chiesto un adeguamento del 6,5% - svelano i sindacalisti di Stoccarda, dove il direttivo della Fim Cisl di Brescia si trova in "missione" -, ma il successo più importante di questo accordo riguarda la stabilizzazione degli apprendisti».
Una categoria di lavoratori che, in Germania, aziende e sindacato considerano fondamentale per lo sviluppo sociale ed economico. «Ogni impresa palesa un interesse a scolarizzare i propri dipendenti perché, grazie ad un particolare processo di formazione, riesce a garantirsi una determinata qualità del lavoro - spiega Martin Spandeth, responsabile dell'Ig Metall per le relazioni con i colleghi esteri -. Di conseguenza non conviene, al termine del periodo di apprendistato, che il lavoratore se ne vada dalla fabbrica».
Si capisce dunque perché, nell'accordo sottoscritto a maggio, la Ig Metall sia riuscita ad inserire anche l'obbligo, da parte dell'azienda, di assumere gli apprendisti al termine dei tre anni e mezzo di formazione stabiliti per legge. Seppur di fronte a un tasso di disoccupazione piuttosto contenuto (pari al 4% nel land dell'automotive Baden-Wurttemberg e del 6,5% in media in tutto il Paese), il sindacato tedesco ha recentemente registrato un significativo, quanto preoccupante, aumento dei contratti a tempo determinato. Negli ultimi 12 mesi si è passati da circa 680.000 a oltre 895.000 lavoratori senza garanzie occupazionali. Un vero e proprio tormento per chi, come i tedeschi, non è tradizionalmente abituato a vivere nell'incertezza. Niente di nuovo, invece, per i delegati della Fim di Brescia che si trovano a confrontarsi con un mondo del lavoro sicuramente più confortante rispetto ai nostri.
«In autunno sono in scadenza, in molte fabbriche bresciane, gli ammortizzatori sociali - aggiunge il segretario generale della Fim di Brescia, Laura Valgiovio - e l'idea di generare l'occupazione attraverso una formazione dei dipendenti, con il contributo del sindacato che partecipa alle politiche di impresa, mi pare un'ottima alternativa agli interminabili anni di cassa integrazione. Che peraltro, in molti casi (leggi ex Ocean), in Italia hanno affossato l'azienda».
Sempre in tema di precari, il prossimo obiettivo dichiarato dal sindacato tedesco è quello di adeguare lo stipendio degli interinali ai livelli di mercato. Il primo stipendio di un metalmeccanico tedesco è di circa 2.000 euro lordi contro i 1.200 di un collega interinale. «La nostra prossima battaglia - confermano dalla Ig Metall - sarà dunque quella di eliminare questo gap come già accade all'interno di Mercedes e Porsche». «E anche in questo caso - chiude Valgiovio - è emerso come il sindacato, in Germania, non viene visto come un ostacolo allo sviluppo d'impresa».
Erminio Bissolotti
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