La maxi commessa di campi da padel per la Norvegia
Come si dice padel in norvegese? «Padel», risponde rapido e sicuro Claudio Galuppini, come rapido e sicuro era stato quando aveva compreso con i suoi soci che le micro carpenterie erano sì un buon prodotto, ma che in Forgiafer era possibile produrre con successo anche altro e soprattutto esportarlo.
E così i campi da padel da Calvisano ora partono anche per la Norvegia dove ne sono stati acquistati 40 ed altri finiranno presto negli Stati Uniti e in Arabia Saudita, seguendo quelli venduti in Austria, Svizzera e ovviamente Italia.
Perché in Norvegia? «Perché il padel è uno sport che richiede poco spazio, quindi può esser facilmente realizzata una struttura coperta anche in un Paese dal lungo e freddo inverno ricalcando l’esperienza della Danimarca» risponde l’imprenditore di Calvisano.
Il padel è un mini tennis che si gioca in doppio su un campo in cui in mezzo c’è una rete e le dimensioni sono la metà di quelle da tennis; le racchette sono più piccole e il campo è cintato con le pareti di fondo campo utilizzabili qualora la palla rimbalzi sul muro. Inventore del padel (o paddle) è stato il messicano Enrique Corcuera, che nel 1969 ha pensato di costruire un campo di paddle tennis in casa ma, non potendo abbattere i muri che delimitavano il lato lungo, decise di inglobarli nel gioco.
Claudio Galuppini è il Corcuera bresciano entrando con la sua Forgiafer nella produzione (in Italia ci sono altre due realtà) e nella vendita dei campi che sono fatti di ferro (le recinzioni) e vetro con il terreno di erba artificiale: un impianto costa tra diciotto e ventimila euro e per i prossimi quattro anni l’azienda di Calvisano prevede una crescita certa del fatturato del 25%, generato dal marchio registrato «Italian padel».
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