Economia

La Lonati punta sull’innovazione per superare le incertezze del 2023

Dopo un 2022 da record il nuovo anno si è aperto con un calo delle vendite del 20% nel meccanotessile
L'ingresso del gruppo Lonati © www.giornaledibrescia.it
L'ingresso del gruppo Lonati © www.giornaledibrescia.it
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Il 2022 andrà agli annali come il miglior esercizio di sempre anche per la Lonati, in particolare modo se lo si guarda dalla prospettiva dell’utile. L’ultima voce del conto economico del gruppo cittadino riporta un risultato netto di 85,1 milioni (rispetto ai 31,7 milioni del 2021), un valore «influenzato dall’effetto positivo di circa 69,4 milioni - spiega una nota della società meccanotessile - connesso all’utile registrato dalla controllata Siderurgica Investimenti (holding che fa capo ad Alfa Acciai, compartecipata in egual misura con la famiglia Stabiumi e che ha chiuso il 2022 con un utile di 177,2 milioni, ndr)».

Va detto, comunque, che lo scorso anno il gruppo Lonati è stato capace anche di ampliare il volume d’affari. «Il fatturato consolidato ha registrato una crescita di circa 11 punti percentuali» evidenzia il presidente Ettore Lonati nella Relazione sulla gestione allegata al bilancio. Il monte vendite del 2022 ammonta così a 328,35 milioni. «Questa netta progressione della produzione - aggiunge l’imprenditore - ha anche permesso al nostro gruppo di consuntivare il miglior risultato del decennio per quanto attiene i ricavi».

L’export peraltro vale il 71% del fatturato: i principali paesi di destinazione delle macchine tessili della Lonati sono il Brasile, la Cina, la Turchia, l’India, il Pakistan e gli Stati Uniti.

Lo scenario

«Il bilancio del gruppo è stato positivamente influenzato dall’andamento del settore meccanotessile - conviene il presidente -; di tali performances hanno beneficiato indirettamente anche le controllate Dinema, Adb e Fabritex, in quanto le prime due hanno come principali clienti le società del gruppo impegnate in tale ambito e la terza in quanto detentrice dei principali brevetti».

Quest’anno, invece, anche la Lonati dovrà far fronte a uno scenario macroeconomico più complesso, molto condizionato dai nuovi equilibri geopolitici e da tensioni di natura finanziaria. «Nel primo trimestre del 2023 - svela Ettore Lonati - le vendite consolidate flettono di circa 20 punti percentuali in confronto al medesimo periodo del precedente anno. Un calo da associare alla contrazione del mercato meccanotessile - puntualizza -, principale driver economico del nostro gruppo». In Lonati, per di più, avevano messo in preventivo che nella prima parte di quest’anno gli ordini sarebbero stati «frenati», come di consueto, dall’avvento di Itma, la più importante fiera del meccanotessile andata in scena a giugno, a Milano. «Come generalmente accade negli esercizi coincidenti con questo appuntamento quadriennale - spiega Ettore Lonati -, la clientela preferisce attendere le novità del settore prima di programmare eventuali investimenti». E non vi è quindi da stupirsi se all’ultima edizione di Itma, il gruppo bresciano ha presentato significative soluzioni innovative applicate ai macchinari tessili e ai dispositivi elettronici, frutto delle attività di ricerca e sviluppo sostenute da diverse società della «famiglia».

La struttura

Il gruppo Lonati tuttavia si compone di anche altre realtà (come la Siderurgica Investimenti di cui abbiamo detto all’inizio) che operano in altri settori. A partire dall’elettronica con la Dinema, passando dall’immobiliare con la Tre Stelle, la Tria Sidera, la Morgante e la Sviluppo 74. Fino ad arrivare alla gestione delle strutture socio-assistenziali con la Vittoria, al settore agroalimentare con la Cascina Sei Ore e la Valtidone Salumi e, per chiudere con l’attività commerciale attraverso Locate District che fa capo all’Outlet Scalo Milano (di cui è previsto un ampliamento).

«L’esercizio 2023 dovrà drammaticamente confrontarsi con le difficoltà associate alla guerra tra Russia e Ucraina e con i difficili temi macroeconomici che si stanno evidenziando con riferimento al rialzo dei tassi, al percorso inflattivo e con le crescenti tensioni internazionali», conclude Ettore Lonati, che tuttavia può dormire sonni tranquilli, visto che il suo gruppo vanta mezzi propri per 648 milioni e quindi un Rapporto di indebitamento molto contenuto (pari a 0,4; la somma delle passività correnti e quelle consolidite è pari a 306 milioni), a fronte di un Roi (indice che esprime la redditività degli investimenti) del 4,3%. 

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