La Linea Verde, per scrivere il futuro un minibond da 15 milioni
Il piano industriale approvato alla fine dello scorso anno da La Linea Verde si fonda su alcuni elementi imprescindibili: un processo produttivo sempre più automatizzato e che sfrutta i vantaggi offerti dalla digitalizzazione e un’alta efficienza dei processi aziendali volti a migliorare ulteriormente la qualità del prodotto finale.
Un progetto industriale denominato «Fast Farm to Fork», conferma l’amministratore delegato del gruppo di Manerbio Domenico Battagliola e che consente a La Linea Verde di intraprendere un percorso dedicato al rinnovamento tecnologico della società, ponendo la massima attenzione alla sostenibilità dei processi produttivi. In quest’ottica si inserisce anche il minibond da 15 milioni di euro emesso dalla realtà bresciana e sottoscritto da Unicredit con garanzia green di Sace (Cassa depositi e prestiti).
È la prima operazione di minibond di Unicredit in italia assistita da garanzia Sace green. «Attraverso lo strumento del minibond, segmento in cui Unicredit è leader in italia, mobilitiamo importanti risorse a favore delle pmi italiane e lombarde, incoraggiando e agevolando la transizione del nostro sistema imprenditoriale verso forme alternative di finanziamento degli investimenti», ha detto Marco Bortoletti, in qualità di regional manager Lombardia del gruppo bancario. Sono peraltro «oltre 100 milioni di euro in termini di volumi complessivi sottostanti alle emissioni di questo strumento di capital market da parte di 17 pmi lombarde» aggiunge il manager.
La Linea Verde è uno dei maggiori produttori nazionali di prodotti ortofrutticoli freschi (insalate, verdure e frutta) e pronti al consumo. La società è presente in molti banchi frigo dei supermercati (vende i suoi prodotti in venticinque Paesi del Vecchio continente) con il proprio marchio Dimmidisì e con i brand della grande distribuzione europea, in primis insalate in busta. Nonostante gli inevitabili effetti della pandemia, il gruppo di Manerbio ha chiuso il 2020 con vendite per 315,13 milioni (-2% sull’esercizio precente), un Ebitda di 18,93 milioni (+1,05%) e un utile di 3,63 milioni (era di 4,67 milioni nel 2019). Stiamo parlando di un gruppo che negli ultimi dieci anni è stato protagonista di una notevole crescita.
Ai tre stabilimenti italiani si sono aggiunti cinque siti produttivi dislocati in tutta Europa, vicini alle aree di coltivazione delle insalate: tre in Spagna, uno in Francia e uno in Serbia. Nel corso del 2020, per di più, è stata ultimata a Manerbio la realizzazione dei residui 7mila mq di capannone adibiti a «polo tecnologico», che ospita un impianto di trigenerazione, quello di refrigerazione e la stazione dell’aria.
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