Economia

La Fiorellaia, come la passione può diventare una professione

Il percorso che ha portato la floral designer bresciana ad essere tra le più originali e riconoscibili d’Italia e i tanti progetti per il 2023
  • Cecilia Paganini, La Fiorellaia
    Cecilia Paganini, La Fiorellaia
  • Cecilia Paganini, La Fiorellaia
    Cecilia Paganini, La Fiorellaia
  • Cecilia Paganini, La Fiorellaia
    Cecilia Paganini, La Fiorellaia
  • Cecilia Paganini, La Fiorellaia
    Cecilia Paganini, La Fiorellaia
  • Cecilia Paganini, La Fiorellaia
    Cecilia Paganini, La Fiorellaia
  • Cecilia Paganini, La Fiorellaia
    Cecilia Paganini, La Fiorellaia
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Ci sono cose che succedono senza un perché, ma quando ci si guarda indietro tutto ha senso: così è per Cecilia Paganini, «La Fiorellaia», floral designer bresciana «spacciatrice di gioia floreale» come si definisce lei su Instagram. La sua storia professionale è frutto di quello che, alcuni, definirebbero casualità, altri, destino.

La storia

Un nonno collezionista di tulipani (da qui il suo logo), la nonna Lina per la quale la famiglia si ritrovava per aiutarla a ricoverare le piante in vista dell’inverno e la nonna Anna con il giardino nel quale la piccola Cecilia faceva «esperimenti con la terra», questo il sottobosco nel quale si innestano un percorso scolastico non lineare, tra grafica, il conservatorio (suona il pianoforte, il basso elettrico e il trombone a tiro) e la pasticceria (è arrivata da studentessa quarta ad un concorso nazionale), tanti lavori in ambiti diversi, dall’ufficio alla fotografia fino ad un grande punto vendita.

«La Fiorellaia è così perché - spiega - la mia creatività si è sviluppata senza avere paletti». Creatività che Cecilia dice di usare sì nell'arte, ma anche nella vita e nella risoluzione dei problemi. Un pensiero, potremmo dire, laterale. «I miei genitori - racconta - mi hanno fatto capire che avevo una sensibilità particolare e mi hanno insegnato a tradurla».

La «3d» © www.giornaledibrescia.it
La «3d» © www.giornaledibrescia.it

La svolta nella sua vita arriva con un incidente che la obbliga a fermarsi e la fa sentire la mancanza di quella creatività che l’aveva sempre accompagnata e un’amica, un giorno, le racconta di quel negozietto di fiori in vendita a Bedizzole.  «Una vocazione».  

Un allestimento per un matrimonio - Da Instagram © www.giornaledibrescia.it
Un allestimento per un matrimonio - Da Instagram © www.giornaledibrescia.it

La svolta

Cecilia compra il negozio a Bedizzole, si licenzia, si iscrive a un corso Federfiori (era sempre stata appassionata di piante, ma non aveva mai studiato composizione) e, nel dicembre 2015, alza la serranda. Diventa «La Fiorellaia». «La Fiorellaia esiste perché ero pronta - dice - tutto è passato attraverso prima da montagne che dovevo superare».

Lavora duro, cambia quella bottega (perde quasi tutti i vecchi clienti) e se la cuce addosso. Su misura. Le dà il suo stile. Lo crea da zero e forse per questo è così riconoscibile.

Quattro anni dopo, nel novembre 2019, apre lo spazio in citta, in via Milano 43. Un negozio che è il suo quartier generale dove nascono le composizioni inconfondibili e uniche nello stile, come i matrimoni, le iniziative e le idee, copiatissime, come «Fiori di testa», «3d» o «Il fiore del venerdì». «Tutto quel che ho fatto mi ha resa tenace - racconta -: ho trasformato fragilità in punti di forza».

Fiori di testa © www.giornaledibrescia.it
Fiori di testa © www.giornaledibrescia.it

La crescita è veloce, dai tre matrimoni del 2016 (tra i quali il suo) ne realizza 35 l’anno dopo e un’ottantina nel 2018 e 2019. Anche fuori provincia. Nel 2019 una cliente le chiede di occuparsi non solo dell'allestimento floreale e quindi parte un altro lavoro, quello di «coordinatrice» (il termine wedding planner non lo sente suo). Studia il budget, lo stile, sviluppa la parte creativa ed è presente il giorno dell'evento.

La pandemia ha arrestato l’attività pochi mesi dopo l’apertura dello spazio di via Milano, ma con inventiva ha saputo reggere il colpo. Oltre al classico lavoro di floral designer fa tutorial, allestimenti per grandi aziende (quest’anno ha anche uno spazio tutto suo in Rinascente a Milano per il Natale), ha una rubrica su «Casa Facile» e tanto altro.

Oggi la possiamo chiamare, oltre che, ovviamente, floral designer, anche influencer.

«Penso a questa attività come a un’azienda. Ho una struttura» sottolinea con orgoglio. E così è: oggi La Fiorellaia dà lavoro a parecchie persone, soprattutto donne. Cecilia ha chi si occupa del marketing, del web, della grafica, dell'amministrazione.

Ma non è tutto. «Mi sento sempre all'inizio - racconta - sono cresciuta molto, come mi ricorda spesso mio marito, ma a me sembra sempre di dare il minimo indispensabile». Ecco che per il 2023 ha molto in mente, ma poco da spoilerare: «Vorrei realizzare qualcosa per i professionisti e per Brescia». Aspettiamo e sapremo di più.

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