Economia

La chiusura di Diana, storica pelletteria sotto i portici

L'attività venne avviata nel 1908 da Giuseppe Diana, arrivato dal lago Maggiore. Ora, però, lo scenario per il settore è «disastroso»
  • Diana pelletterie, in via X Giornate, si avvia verso la chiusura
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    Diana pelletterie, in via X Giornate, si avvia verso la chiusura
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Sorpresa, amarezza e un pochino di dispiacere. Sono le emozioni che provoca il leggere gli enormi manifesti gialli appesi alle vetrine di «Diana pelletterie» in via X Giornate che annunciano la svendita totale per cessata attività. 

Una scelta non facile quella presa dal titolare Michele Desenzani, pronipote del fondatore, Giuseppe Diana, ombrellaio arrivato nel 1908 dal lago Maggiore per aprire nella nostra città la sua bottega.

 «Il mercato si contrae e si modifica per i negozi tradizionali - spiega tra le borse con appesi i cartellini delle offerte -. Tra le cause possiamo indicare la crisi, la grande distribuzione, l’online, senza contare i problemi di alcuni grandi brand che abbiamo sempre venduto come Lupo e Braccialini». 

Desenzani parla di uno «scenario disastroso per la pelletteria», che poi «è di tutto il commercio in generale». 

Diana Pelletterie è sempre stato sotto i portici: prima all’angolo con via Trieste, dove oggi ci sono gli sportelli automatici di Ubi, poi si trasferirono negli spazi dell’allora Bar Milano, per un «negozio in verticale» disposto su 4 piani. Nel 2009 i lavori per ampliare gli spazi e dare alla pelletteria l’aspetto che ha adesso, una galleria che collega piazza Duomo e i portici, «per rilanciare l’attività» afferma. 

Speranza che si è però scontrata con anni difficili per l’economia. «Io ho iniziato a lavorare qui nel 1995, al posto di mia madre Elda e di mia zia Carla che avevano portato avanti il negozio nel corso degli anni». Con grande eleganza e professionalità, raccontano le clienti che le hanno conosciute. 

Da fine marzo, per tre mesi, la svendita totale, e poi? «Se dovesse andare in porto un progetto con altre persone e altri colleghi in un futuro potremmo anche riaprire ma sotto un’altra forma, del tutto nuova». Ma Michele Desenzani non si pronuncia oltre. E lascia la clientela con un po’ di amarezza in meno. 

 

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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