La burocrazia rischia di bloccare il lavoro nei campi e la vendemmia
È caos sul lavoro stagionale in agricoltura. «Con la radicale revisione degli obblighi dei datori di lavoro sull’informazione ai dipendenti in occasione dell’assunzione si rischia - sostiene Coldiretti - il caos negli uffici e ritardi nell’impiego di un milione di lavoratori stagionali, italiani e stranieri, che operano nelle campagne italiane da nord a sud in un momento delicato in cui i raccolti, dai cereali alla vendemmia, dalla frutta alla verdura, sono stati già decimati dalla siccità e dal caldo».
È l’allarme lanciato dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini che ha scritto al Ministro per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli e al Ministro per il Lavoro e Politiche Sociali Andrea Orlando in riferimento alla modifica delle norme sulle assunzioni che amplia, nell’immediato e a dismisura, le informazioni cartacee da trasmettere arrivando quasi a dover riprodurre l’intero contratto collettivo, quando prima bastava consegnare al lavoratore la comunicazione online con risparmio di carta, tempo, spese e problemi.
Il punto
Per Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura: «Le imprese agricole non sono nella condizione di far fronte a nuovi adempimenti burocratici. È indispensabile una congrua proroga dell’entrata in vigore delle disposizioni in materia di informazioni da fornire ai lavoratori all’atto dell’assunzione». Si tratta di una modifica che complica e rallenta proprio nell’imminenza delle grandi campagne di raccolta il lavoro delle aziende già peraltro alle prese con il balzo dei costi per materie prime ed energia per la guerra in Ucraina e con i cambiamenti climatici che, fra caldo africano siccità e grandine, stanno devastando le produzioni agricole. Non c’è materialmente il tempo per dare puntuale seguito ai nuovi adempimenti e le imprese rischiano gravi sanzioni.
«Non intendiamo mettere in discussione gli obiettivi del decreto legislativo che condividiamo, ma - rimarca Confagricoltura - abbiamo profondi dubbi sulla scelta delle modalità operative che risultano eccessivamente onerose per il settore agricolo nel quale prevale il lavoro stagionale. Il rinvio alla contrattazione collettiva darebbe la possibilità di semplificare gli oneri burocratici senza ledere in alcun modo i diritti dei lavoratori». Ciò di cui ha bisogno il sistema agricolo sono misure concrete per ridurre, e non aumentare, la burocrazia e contenere il costo del lavoro con una radicale semplificazione che possa garantire flessibilità e tempestività di un lavoro legato all’andamento climatico sempre più bizzarro.
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