La Brebemi ha chiuso il suo quinto bilancio in perdita
Nuova pesante perdita per Brebemi che ha chiuso il 2018 con un «rosso» da 37,1 milioni. Il traffico cresce in maniera significativa e la gestione caratteristica (il funzionamento dell’autostrada) mostra numeri più che positivi. Ma sul conto economico pesa il maxi debito con le banche che hanno finanziato la realizzazione dell’opera, un macigno da 1,5 miliardi di euro che affossa i conti della società guidata da Franco Bettoni.
Ecco perché l’obiettivo a cui Brebemi sta lavorando da un anno è quello di rinegoziare il proprio debito, operazione che potrebbe concludersi già il prossimo giugno. Intanto bisogna fare i conti con un 2018 bifronte. L’anno scorso si è chiuso con una perdita netta di 37,1 milioni (dai 39 milioni persi nel 2017), a fronte tuttavia di un incremento dei ricavi del 26% a 78,2 milioni e del margine operativo lordo a 51 milioni (+37%). A pesare, come nei passati esercizi, gli oneri finanziari, arrivati a 88,7 milioni, sul debito bancario da 1,5 miliardi. Sul fronte del traffico, il 2018 ha potuto beneficiare dell’interconnessione di Brebemi con l’A4, all’altezza di Castegnato. Un elemento che ha portato non pochi benefici: il traffico è infatti cresciuto del 20% (+0,4 a livello nazionale).
Una crescita ancora in corso, visto che nei primo mesi del 2019 si è registrato un altro più 18%. Segno che ora che è connessa al resto della rete autostradale (Brebemi paga ancora la mancata realizzazione della corda molle), la «direttissima» è tutt’altro che un’arteria inutile. Resta il nodo debito. Del resto, come più volte sottolineato dal management di Brebemi, il maxi finanziamento è stato contratto in passato a tassi oggi fuori mercato (poco sotto il 7%) ed è evidente che rivederli al ribasso porterebbe immediati vantaggi sotto il profilo del conto economico. Una necessità, visto che il capitale sociale è già stato ridotto un paio di volte. Lo scorso maggio era sceso a 113. E ora c’è da assorbire la nuova perdita.
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