Economia

La Bcc Brescia è sempre più solida: nel primo semestre l’utile cresce ancora

Il risultato netto dei primi sei mesi è di 31,7 milioni. Il patrimonio si rafforza e supera i 320 milioni
I vertici della Bcc Brescia con al centro il presidente Ennio Zani e al suo fianco il direttore generale Stefania Perletti © www.giornaledibrescia.it
I vertici della Bcc Brescia con al centro il presidente Ennio Zani e al suo fianco il direttore generale Stefania Perletti © www.giornaledibrescia.it
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Piccola, ma forte. Lo dice la relazione semestrale della Bcc di Brescia, che aderisce al gruppo cooperativo guidato da Cassa centrale banca. Bcc Brescia chiude i primi sei mesi del 2023 con un utile netto di 31,7 milioni (+ 6%) e un patrimonio cresciuto del 12%, da 286,5 a 320,1 milioni. E va senz’altro evidenziato che la banca con sede a Nave è soprattutto cresciuta (27,25%) in «Cet 1».

«Cet 1 ratio» è il diminutivo di «Common Equity Tier 1 ratio»: altro non è che un indice che esprime il rapporto tra il capitale ordinario versato nell'istituto di credito (detto appunto «Tier1») e le attività ponderate per il rischio. Con una metafora (semplice ma efficace) il Tier 1 si potrebbe paragonare alle pastiglie dei freni di un’auto che, meno sono consumate, meglio garantiscono una frenata sicura nel tempo e poiché il valore medio del sistema bancario nazionale è del 15,3%, Bcc Brescia se dovesse capitare una «brusca frenata» reagirà bene, con il «ratio» sopra di quasi due volte quello della media italiana.

Il punto

I risultati semestrali sono stati commentati dal presidente Ennio Zani con queste parole: «Nel contesto di un anno complesso, la Banca ha confermato la sua capacità di sostenere l’economia del nostro territorio e generare redditività, con scelte che non perseguono obiettivi estemporanei ma visioni di medio lungo termine. È il segno che il modello di servizio e di business, unitamente alle scelte strategiche pianificate nel passato, si confermano efficaci per continuare ad essere banca di riferimento nelle aree storiche di insediamento, ma anche di avere la capacità di essere attrattivi e proporsi efficacemente nei nuovi territori di sviluppo della Banca».

Tornando al valore del patrimonio (cresciuto di 34 milioni rispetto a giugno 2022) la Bcc Brescia è tra le prime dieci in Italia per «patrimonio effettivo - rileva una nota della banca - non soggetto a ulteriori erosioni di perdite per insufficienti svalutazioni», essendo il valore confermato al tasso di copertura dei crediti deteriorati al 100% con una robustezza patrimoniale che trova conferma in un’incidenza nulla (0%) dei crediti deteriorati netti sul patrimonio.

I numeri

La pervasività sul territorio emerge da questi numeri: la raccolta globale della banca è salita a un valore complessivo pari a 4 miliardi e 962 milioni di euro, evidenziando un incremento del 9% sul giugno 2022. La raccolta diretta da clientela, pari a 3 miliardi e 243 milioni di euro, registra un dato sostanzialmente stabile rispetto a quello dello scorso anno. La raccolta indiretta si attesta a 1 miliardo e 719 milioni di euro, facendo segnare una crescita pari al +36%.

Il sostegno a famiglie e imprese è espresso dall’erogazione, nei primi sei mesi del 2023, di 2.052 nuovi finanziamenti per complessivi 185 milioni, di cui 128 milioni alle aziende. L’ammontare lordo degli impieghi verso la clientela si assesta a 1 miliardo e 902 milioni di euro, un dato sostanzialmente stabile rispetto al giugno 2022. Quanto alle commissioni del primo semestre quelle nette da servizi si attestano a 18 milioni, in crescita del 7% rispetto allo scorso anno continuando a coprire integralmente il costo del personale (nel primo semestre 2023 pari a 16,9 milioni) sorrette dallo sviluppo di risparmio gestito, assicurazioni, mutua integrativa, credito al consumo e monetica. Oltre che dalla costante crescita dei conti correnti che, a fine giugno 2023, hanno superato le 110.000 unità.

Il conto economico del primo semestre 2023 si chiude con un utile netto di 31,7 milioni, risultato che ha portato la banca ad un tasso di copertura sul totale dei crediti deteriorati al 100% contro un dato medio nazionale (al 31 dicembre 2022) pari al 50%.

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