L’anno record del gruppo Hug: ricavi su del 50% a 553 milioni
Sono numeri da capogiro quelli registrati nel 2021 da Hug (Holding Umberto Gnutti). Complice anche la straordinaria crescita del prezzo delle materie prime, il gruppo guidato da Giorgio e Gabriele Gnutti e da Umberta Gnutti Beretta ha chiuso l’esercizio con ricavi in crescita del 50% a 553 milioni.
Margini in crescita
Un 2021 vissuto dal management sulle montagne russe delle quotazioni di rame e zinco, principali componenti dell’ottone, che ha generato un effetto negativo di «steresi temporale» sui contratti sottoscritti in tempi antecedenti, ma che Hug è riuscita a gestire in modo brillante. Con i margini operativi che si sono collocati a livelli elevati rispetto al trend storico. Tutte le società del gruppo hanno performato porsitivamente grazie alle sinergie, alle economie di scala, al continuo efficientamento degli impianti e ad un’attenta politica di acquisto delle materie prime.
Alla fine dell’esercizio, l’utile cosolidato è stato pari a 28,4 milioni, superiore del 3,7% rispetto al 2020 nonostante il forte aumento degli ammortamenti (connesso all’operazione di rivalutazione dei beni d’impresa effettuata alla fine del 2020) che passano dai 28,8 milioni del 2020 ai 45,7 milioni del 2021.
Il gruppo
Hug è una realtà fortemente ufficializzata, possiede società in Italia, Stati Uniti e Canada; controlla la Almag di Roncadelle (che a sua volta controlla Berna Ernesto con sede a Lumezzane e l’immobiliare Pestim), Brawo di Piancamuno ed ha una partecipazione nella venezuelana Vetramet. Almag e Berna Ernesto ricoprono una posizione di assoluta rilevanza nel mercato domestico ed europeo della barra di ottone piena e forata per quanto riguarda volumi, livello di servizio e qualità del prodotto. Dalla gestione della materia prima alla spedizione del prodotto finito è ad oggi consolidata la digitalizzazione totale del processo con conseguente completa tracciabilità dei prodotti nel flusso industriale. Brawo è una delle principali realtà a livello nazionale e internazionale (anche attraverso le proprie controllate italiane, Emmebi ed estere Brawo Usa e Lofthouse in Canada) nella produzione di particolari in ottone ed alluminio stampati a caldo e lavorati.
Investimenti
La forte richiesta del mercato e la conseguente saturazione delle linee produttive hanno portato ad una limitata possibilità di intervento sulle stesse ed al conseguente parziale rallentamento dei piani di investimento; ciò nonostante anche nel 2021 sono stati acquisiti impianti per circa 30 milioni. In miglioramento l’indebitamento netto di Hug è pari a circa 40 milioni. Il Patrimonio netto consolidato del Gruppo è cresciuto ulteriormente ed ammonta a 410 milioni di euro. Seppur con segnali di lieve flessione, il primo quadrimestre 2022 è stato caratterizzato da volumi di vendita elevati. I forti rincari energetici stanno avendo un considerevole impatto ed avranno conseguenze negative sui risultati delle società Hug.
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