Economia

L’agricoltura e la sfida «4.0»: Cobo e Fasternet i primi alleati

Prandini: «passo strategico per restare primi nel mondo». Baronchelli: «Innex Hub è un progetto inclusivo»
Ieri in Coldiretti. Da sinistra Gino Mainardi, Angelo Baronchelli, Ettore Prandini e Giuseppe Maffei
Ieri in Coldiretti. Da sinistra Gino Mainardi, Angelo Baronchelli, Ettore Prandini e Giuseppe Maffei
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Tracciatura, etichettatura, trasparenza, sostenibilità. Ettore Prandini, presidente Coldiretti, ripete questi concetti come un mantra. Sono le parole d’ordine della nuova sfida dell’agricoltura bresciana e italiana che, per certi versi impropriamente, viene identificata col termine «4.0», ma nei fatti può tradursi in ottimizzazione dei rendimenti produttivi, contrazione dei costi, utilizzo mirato di fertilizzanti e fitofarmaci.

Innex Hub e Coldiretti hanno lanciato ii primi due progetti di digitalizzazione dedicati alle imprese agricole. A metterli nero su bianco due aziende eccellenti del Bresciano: la Cobo di Leno, partner storico dei più prestigiosi costruttori mondiali di mezzi agricoli; e la Fasternet di Borgosatollo, società specializzata nella digital transformation, nella security e data center.

La Cobo in questi anni ha fatto grandi investimenti per avviare la produzione di dispositivi elettronici per la connettività, la geo-localizzazione, la tracciabilità delle lavorazioni e la rendicontazione automatica di tutte le risorse coinvolte nel processo produttivo, spiega Gino Mainardi, responsabile ricerca avanzata Cobo, affiancato dal consigliere delegato Enrico Linetti: «Disponiamo di sensori in grado di dare voce e rendere smart mezzi, attrezzi, cisterne, silos, pompe di irrigazione, indipendentemente dalla loro marca e tipo di età».

Il progetto Cobo si chiama «Digital Farming 4.0» e ha l’obiettivo di sensorizzare attrezzi e mezzi al fine di controllare attività produttiva, ridurre costi, avere completa tracciabilità delle risorse, misurarne la redditività.

Fasternet sta invece avviando nella nostra provincia il primo progetto tecnologico di gestione di un vigneto. «Attraverso l’impiego di tecnologie IoT e analisi di big data siamo in grado di fornire un supporto alle decisioni dell’agricoltore», spiega il presidente Giuseppe Maffei. Come? Attraverso appositi sensori posti nei campi, che trasmettono dati su umidità, temperature, condizioni del terreno inviati a sistemi Cloud ed elaborati secondo sistemi predittivi. Il progetto Fasternet è in collaborazione con A2A Smart City che gestisce ed installa la rete.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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