Inxpect, il sensore a onde radio per la casa intelligente
Rassegnatevi (o gioite), a seconda di come la pensate: da questa storia dei sensori non ne usciremo più. È meglio abituarsi alla svelta. Loro se ne stanno lì, nascosti, quieti e silenti ma svegli: guardano, registrano, aprono, chiudono. In qualche caso se li si programma a dovere sono in grado di «leggere» quel che gli capita intorno.
Prendiamo, ad esempio, la casa. Un po’ di domotica, come si chiama, è da tempo che circola. Per esempio: la tapparella che si abbassa o si alza sulla base delle indicazioni che gli vengono da un sensore che misura l’intensità della luce. La tenda del terrazzo che si chiude se c’è vento forte. Oppure il giardino che si autoregola quando serve acqua.
La sfida ora è dare ai sensori «la sensibilità di quello che gli sta intorno», dicono convinti Marino Piotti e Luca Salgarelli che, dentro la farm di Superpartes ed insieme alla Tsec di Bedizzole, hanno sviluppato un software e adattato sensori a questo nuova missione. Il nome? Inxpect.
Un esempio può aiutare a capire. In tante case oggi c’è un allarme che inserite quando uscite. La nuova sfida è questa: un allarme che si inserisce quando «capisce» che in casa non c’è nessuno. Un altro esempio: un sensore che abbassa il riscaldamento quando non ci siete, oppure un altro sensore intelligente che, se vi avvicinate in maniera non corretta ad un macchinario, lo ferma. Si potrà obiettare: ma questi sensori ci sono già. In parte è vero, ma qui cambia la «tecnologia»: non più un sensore ottico (laser, fotocellule) ma a onde radio: serve meno energia, non ha problemi con la polvere, ha meno limiti sulle distanze. E costa meno.
Inxpect si fonda su un software e su questa sensoristica ad onde radio. Al progetto lavorano in otto. Il prossimo passaggio previsto è la produzione con una piattaforma tecnologica per la sicurezza industriale, per quella domestica e per il settore delle smart home. Si stanno cercando un 1200-1500 mq per fabbrica e laboratorio. Entro uest’anno le prime tre applicazioni andranno sul mercato. Si parte. Le app diventano industrie.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato