Investimento, non costo: a caccia di un welfare «rovesciato»
Le risorse ci sono, ma bisogna gestirle meglio. Si fonda su questo presupposto la prospettiva di un nuovo modello di welfare, capace di far fronte alle necessità di una società in continuo mutamento.
Un sistema che si vorrebbe più efficiente, ma che dovrà essere necessariamente più sostenibile, le cui caratteristiche sono state delineate nel corso di un seminario organizzato in Università Cattolica in collaborazione con la Congrega della Carità Apostolica.
In Italia, è stato rilevato, sanità e pensioni pubbliche hanno ancora un ruolo importante, anche se non sufficiente. La sfida, quindi, guardando al futuro, sta nella migliore conciliazione fra pubblico, privato e terzo settore, e nella valorizzazione del welfare di prossimità, che ribalta l’approccio ai problemi, che valorizza le risorse nell’ottica dell’investimento anziché del costo. Un welfare che sia, cioè, generativo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato