Intesa Sanpaolo per il sociale sceglie Brescia come sede organizzativa
Intesa Sanpaolo destinerà la cosiddetta tassa extra profitti, un importo pari a 1.991 milioni di euro, a rafforzare il suo patrimonio ma non viene meno alla sua tradizione di «restituzione» e realizza «il principale programma per il sociale promosso nel Paese da un soggetto privato», un progetto da 1,5 miliardi di euro in 5 anni dedicato a iniziative per far fronte ai bisogni sociali, contrastare le disuguaglianze e favorire l’inclusione finanziaria, sociale, educativa e culturale.
Come Unicredit anche Intesa ha deciso di avvalersi dell’opzione prevista dal Governo, ovvero scegliere di non pagare la tassa ma destinare un importo pari a due volte e mezzo il suo valore (così prevede la norma dopo le modifiche apportate al tanto discusso decreto legge di agosto) per rafforzare il proprio patrimonio.
Brescia capitale del sociale
Per il gruppo guidato da Carlo Messina significa oltre 2 miliardi di euro perché la stessa linea terranno le controllate Fideuram, Intesa Sanpaolo Private Banking e Isybank, con la conseguente destinazione a riserva non distribuibile di 2.069 milioni di euro. L’imposta infatti, ha calcolato l’istituto, ammonta a 797 milioni per la capogruppo e a circa 828 milioni di euro per tutto il gruppo. Intesa Sanpaolo è peraltro, come ricorda il suo ceo, «una delle banche più solide a livello europeo: è la forza del nostro bilancio, unita alla sensibilità della banca e delle sue persone nei confronti delle comunità in cui opera, a permettere la realizzazione del principale programma per il sociale promosso nel Paese da un soggetto privato».
«La nostra attenzione, la nostra sensibilità nei confronti della comunità non nascono oggi» dice Messina, il quale ricorda che tra il 2018 e il 2022 il programma di sostegno ha raggiunto una dimensione pari a un miliardo di euro. Messina ha quindi annunciato che Brescia è la città scelta «come sede della nostra nuova unità organizzativa» denominata Intesa Sanpaolo per il sociale.
Appuntamento a BresciaDue
Una novità, quest’ultima, che è stata esposta e discussa stamattina nell’incontro «Nessuno escluso. Crescere insieme in un Paese più equo. L’impegno di Intesa Sanpaolo». Si tratta dell’appuntamento che il gruppo bancario ha organizzato a BresciaDue per delineare un quadro approfondito sul fenomeno delle disuguaglianze in Italia in relazione al programma di contrasto delle povertà realizzato dal gruppo stesso.
L’appuntamento è giunto alla terza edizione e prevede 4 momenti di approfondimento su altrettanti temi fondamentali per lo sviluppo del Paese con la partecipazione e il coinvolgimento di esponenti di istituzioni e del terzo settore, accademici, imprenditori, esperti.
Tra i temi affrontati il contrasto alla povertà e alle disuguaglianze; l’uguaglianza di opportunità tra formazione, lavoro e inclusione educativa; la costruzione di un futuro demografico sostenibile; il sostegno al terzo settore. Come detto si sono tenute quattro tavole rotonde tematiche, con i partner e gli ospiti che hanno alimentato il dibattito su temi legati a progetti condotti dalla banca. Quindi gli interventi di Carlo Messina; del presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro e del presidente emerito di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli.
Nessuno escluso: crescere insieme in un Paese più equo. L'impegno di Intesa Sanpaolo from Agenzia ANSA on Vimeo.
Messina: «Crescita possibile in Italia»
Un Paese forte, che ha le potenzialità di una crescita significativa, anche per sostenere il debito pubblico, che è comunque elevato. A dirlo è Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, nel corso dell'incontro «Nessuno escluso. Crescere insieme in un paese più equo». «Viviamo in un Paese molto forte. Sono spesso disorientato dal modo in cui noi stessi parliamo dell'Italia, un Paese che ha elementi di forza indiscutibili, un mondo delle imprese estremamente forte, diversificato e con un potenziale rilevantissimo. Ha un mondo delle famiglie e del risparmio che non ha eguali in Europa - ha detto Carlo Messina -. Ha certamente una dimensione del debito pubblico significativa, ma la ricchezza del nostro Paese è talmente elevata che anche il debito pubblico ha sicuramente delle condizioni di sostenibilità nella misura in cui il nostro Paese riuscirà ad attivare processi di crescita importanti e riuscirà a realizzare quello che è previsto dal Pnrr» ha continuato l'ad di Intesa Sanpaolo, concludendo che «la possibilità che il nostro Paese cresca in condizioni significative io lo vedo assolutamente nel potenziale del nostro Paese».
«Inviterei a non banalizzare quando si parla di soggetti che sono delle istituzioni: noi non siamo solo una banca, ma siamo una istituzione del nostro Paese, tra le più importanti che ha l'Italia e di cui bisogna essere orgogliosi», per quello che l'istituto fa per il Paese, ha aggiunto Messina. «Siamo il secondo sottoscrittore di titoli pubblici dopo la Bce: la dimensione del nostro sostegno al debito pubblico è incomparabile» ha detto Messina, sottolineando che «quello che fa la banca, particolarmente contro la disuguaglianza e per il sociale, deve essere guardato con una attenzione molto significativa da tutti in questo Paese». La banca, ha detto, deve essere considerata come la principale istituzione che «oggi in Italia si occupa di contrasto alle disuguaglianze e a favore del sociale».
Castelletti: «Grande opportunità per Brescia»
«La notizia che Intesa Sanpaolo realizzerà a Brescia il principale programma per il sociale promosso in Italia da un soggetto privato è davvero importante e avrà un grande impatto sulla nostra città, contribuendo a trasformarla nella Capitale italiana del Sociale». Sono le parole contenute nella nota diffusa in tarda mattinata dalla sindaca di Brescia Laura Castelletti, che stamattina non ha potuto partecipare al convegno perché si trova all’assemblea nazionale di Anci a Genova.
«Mi preme, però, sottolineare che questa operazione, innestata in un tessuto fertile come quello bresciano, con una profonda tradizione in ambito sociale, non porterà solo fondi e strumenti per iniziative volte a rispondere ai bisogni, a contrastare le disuguaglianze e favorire l’inclusione finanziaria, sociale, educativa e culturale - scrive Castelletti - ma sarà in grado di promuovere un circolo virtuoso, attirando qui intelligenze e competenze, attivando sperimentazioni e buone pratiche che potranno cambiare in meglio il tessuto sociale della nostra città, dando nuove, interessanti opportunità a chi la abita».
Per la sindaca si tratta di «una grande opportunità», per la quale ringrazia l’amminsitratore delegato di Intesa Carlo Messina e il presidente emerito Giovanni Bazoli, «che hanno creduto in Brescia e nelle sue potenzialità». «Il Comune - conclude - è pronto a collaborare attivamente per costruire insieme una città sempre più giusta e solidale».
Gros-Pietro: «Tutti chiamati a uno sviluppo equo e inclusivo»
«Uno sviluppo equo e inclusivo è una sfida che non si può più rimandare. E tutti noi, ciascuno nel proprio ambito, siamo chiamati a compiere la nostra parte» ha detto il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, concludendo il suo intervento all'evento «Nessuno escluso». «Le soluzioni» ai problemi della diseguaglianza sociale, della povertà, delle differenti opportunità «richiedono azioni, sinergiche e coordinate, tra pubblico e privato, tra profit e non-profit» ha aggiunto Gros-Pietro.
«La nostra banca - ha ricordato il presidente di Intesa Sanpaolo - ha una vocazione di lungo periodo rivolta a generare un impatto sociale positivo. Essa è espressione dell'azionariato del nostro gruppo ed è parte integrante dei nostri piani di impresa». «Come ogni azienda solida e sana, vogliamo produrre ricchezza, ma anche andare oltre: vogliamo costruire benessere e inclusione 'mentre' si produce la ricchezza, e non soltanto attraverso la distribuzione della ricchezza creata».
Gros-Pietro ha invitato a non dimenticare «le situazioni di difficoltà e di sofferenza che il credito non riesce a raggiungere» andando incontro «a coloro ai quali mancano i titoli per ottenere credito» e dando spazio agli «aiuti» quando «non c'è proprio possibilità di concedere credito».
Bazoli: «Intesa fedele all'idea di banca degli inizi»
«La mia commozione oggi deriva dal fatto di constare come Intesa Sanpaolo sia rimasta coerente e fedele a quell'idea di banca che era stata concepita fin dall'inizio. Attenzione e impegno massimo nell'ambito sociale, banca azienda pilota in italia, in Europa e per certi aspetti anche nel mondo» ha detto Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa Sanpaolo, parlando nell'ambito dei lavori dell'iniziativa «Nessuno Escluso - Crescere insieme in un Paese più equo», rispondendo a chi chiedeva una valutazione sulla manovra varata dal Governo.
«L'attenzione alle fasce sociali più deboli è un tratto distintivo nel nostro Paese e dell'intero sistema del credito» ha detto.«L'osservanza del principio di eguaglianza è un compito che la nostra costituzione attribuisce come diritto e dovere a tutti, un compito che impegna senza distinzione operatori pubblici e privati, no proft e for profit, e quindi a maggior ragione con il concorso delle banche, e dobbiamo essere consapevoli che l'osservanza di questo compito da parte di tutti e una condizione imprescindibile perché viva e si consolidi la nostra fragile democrazia» ha detto ancora Bazoli.
«Oggi constatiamo che tutte le banche in misure maggiore o minore dedicano al sociale e alla cultura risorse finanziarie e operative, questo è un indubbio merito che il mondo del credito ha acquisito nel nostro Paese - ha ricordato Bazoli, evidenziando come l'esercizio del credito sa - strettamente connesso a un principio cardine della democrazia che è il principio di eguaglianza». «Se ampie fasce della popolazione non riescono a raggiungere le condizioni di piena cittadinanza se non viene universalmente garantito il dritto alla salute, all'istruzione al lavoro a condizioni dignitose, viene disatteso il principio di eguaglianza e se viene disatteso è a rischio la democrazia», ha ammonito il banchiere bresciano.
Il consigliere delegato di Intesa, Carlo Messina, ha dedicato proprio a Bazoli, alla sua impronta e ai suoi meriti nella creazione della banca, la scelta di creare a Brescia la divisione della banca dedicata al sociale. Una decisione che ha commosso Bazoli: «Ma non è solo - ha aggiunto - la mia compiacenza e commozione deriva soprattutto dal fatto di constatare come Intesa Sanpaolo è rimasta coerente e fedele a quella idea di banca che era stata concepita fin dall'inizio».
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