Intelligenza artificiale, le sfide si vincono con la preparazione

Secondo un’indagine di Salesforce, il 70% dei lavoratori italiani non ha ancora ricevuto una formazione completa sull’utilizzo etico e sicuro degli strumenti di intelligenza artificiale generativa
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Il futuro dell’Intelligenza Artificiale generativa riguarderà soprattutto i Neet, nel mondo del lavoro. Secondo le previsioni più dei due terzi delle professioni saranno infatti impattate dall’implementazione di tecnologie dell’Ia. Per The European House Ambrosetti, ad esempio, la sua adozione nelle imprese italiane potrebbe generare +18% sul Pil e fino a 312 miliardi di valore aggiunto annuo. Ma ci saranno ripercussioni sui posti di lavoro.

Nell’anno zero dell’Intelligenza Artificiale, allora, gli addetti ai lavori provano a capire come poter garantire un equilibrio tra innovazione e umanità. La domanda sembra condurre sempre a una sola risposta: formazione. Il modello da seguire pare essere quello francese. Parigi sta infatti diventando la piazza europea dell’Ia, con 40 scuole dedicate.

In Italia

In Italia la situazione è ben diversa: secondo un’indagine di Salesforce, il 70% dei lavoratori non ha ancora ricevuto una formazione completa sull’utilizzo etico e sicuro degli strumenti di intelligenza artificiale generativa. In Italia, solo il 23% sostiene di aver ricevuto una formazione adeguata. Non solo: il 42% dei lavoratori italiani dichiara di non avere ricevuto linee guida aziendali chiare sull’utilizzo dell’Ia. Eppure secondo gli esperti l’Ia potrebbe aiutare a risolvere alcune criticità del nostro mercato del lavoro, a partire dai Neet, ovvero donne e giovani (15-29) che non studiano e non lavorano. In questo caso l’Intelligenza Artificiale potrebbero trovare nuove occasioni di formazione e inserimento professionale, perché il suo impatto potrebbe non limitarsi alla domanda di lavoro e alla trasformazione delle dei processi, ma riguarderà anche (e soprattutto) competenze e apprendimento.

Formazione

Sarà fondamentale, quindi, sostenere la realizzazione di percorsi di formazione per chi ancora non è attivo sul mercato del lavoro, ma anche per chi è già occupato con programmi di upskilling che coprano le nuove competenze, anche ricorrendo a modelli formativi innovativi. I forti cambiamenti in corso nelle aziende richiederanno, infatti, visione e capacità di adattamento. Il vuoto normativo allora solleva questioni importanti, soprattutto considerando che il 49% dei lavoratori italiani utilizza l’Intelligenza Artificiale generativa senza l’approvazione formale dei propri datori di lavoro. Quasi uno su due, infatti, la usa di nascosto presentando il lavoro come se fosse interamente farina del proprio sacco. Una tendenza che è particolarmente evidente tra i giovani.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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