Intelligenza artificiale e industria: i «Quattro motori d’Europa» avanti insieme
Il 9 settembre 1988 è una data che, comprensibilmente, a quasi tutti può non voler dire alcunché. Eppure quel giorno di 35 anni fa vennero gettate le basi di una delle primissime esperienze di cooperazione regionale europea che perdura tutt’ora e il cui operato ha risvolti diretti sul territorio bresciano. Nacque infatti allora la rete che tutt’oggi è conosciuta come «Quattro motori d’Europa» e che riunisce le regioni di Auvergne Rhône Alpes (Francia), Baden-Württemberg (Germania), Catalogna (Spagna) e Lombardia.
Attorno a quel tavolo, dove per la nostra regione sedeva l’allora presidente Bruno Tabacci, si decise di armonizzare gli obiettivi e cooperare in differenti ambiti, che dall’economia, alla ricerca e alla cultura si sono via via andando ad ampliare fino a comprendere l’istruzione, i trasporti, la salute, l’ambiente.
Le quattro macro aree rappresentano attualmente circa 36 milioni di abitanti e producono il 9% del Pil dell’Unione europea, cifra quest’ultima che le pone all'avanguardia dello sviluppo economico continentale.
E oggi come 35 anni fa le riunioni dei Quattro motori, rete che nel nome della flessibilità non prevede specifiche istituzioni ma un semplice comitato di coordinamento e una presidenza che varia costantemente (nel biennio 2023-2024 fa capo al Baden-Württemberg), sono costanti. Lo scopo è quello di promuovere azioni coordinate in materie strategiche ponendosi al contempo con una voce sola al cospetto delle istituzioni comunitarie: non sono infatti rare posizioni comuni prese sulle iniziative politiche dell’Ue.
In Germania
In quest’ottica si è svolto a fine ottobre a Stoccarda in Germania un nuovo incontro delle quattro regioni, con l’assessore regionale allo Sviluppo economico Guido Guidesi in rappresentanza della Lombardia. E al centro della discussione è finito uno dei temi che, anche alla luce della recentissima «Dichiarazione di Bletchley sull'IA» siglata dall’Unione Europea e da altre 28 nazioni (tra le quali Regno Unito, Stati Uniti e Cina), è sulle agende di tutto il mondo: l’intelligenza artificiale.
Tale tecnologia rappresenta una delle frontiere per l’Ue che, a fronte degli enormi benefici che potrà portare in tutti gli ambiti del vivere umano, sta sviluppando un quadro normativo (l’«AI Act», il regolamento sull’intelligenza artificiale) per tutelare persone, aziende e istituzioni e al contempo governare una trasformazione velocissima e dagli esiti non sempre previsti. «È in corso una collaborazione su competenze e formazione - ha affermato l’assessore Guidesi -, e stiamo lavorando per concretizzare nuove opportunità per le nostre imprese»
Lo strumento
Nella stessa ottica, e in vista della riunione che si terrà in Lombardia, i Quattro motori d’Europa si stanno muovendo anche per potenziare il comparto manifatturiero «puntando per esempio sullo strumento delle filiere - evidenzia -, che come Regione abbiamo introdotto e, dopo una fase sperimentale che ha dato ottimi risultati, reso strutturale per agevolare connessioni tra aziende, università e centri di ricerca».
In Lombardia lo strumento ha permesso la creazione di 45 filiere, con due bandi lanciati e un terzo da 34 milioni di euro è in arrivo.
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