InnexHub, «L’innovazione va guardata con gli occhiali giusti»
Che cosa hanno in comune le «Attese» di Fontana e il Manifesto giallo di Vasalery, le teorie di Goethe, un Nft ed una media impresa bresciana? L’idea di una trasformazione tecnologica che ormai è sempre più pervasiva, che arriva dappertutto e tutto altera, ribaltando non solo il modo di vedere le cose ma lo stesso modo di realizzarle, a patto di non diventarne schiavi. Ed è proprio questa idea, smaterializzata e rimaterializzata in una serie di interventi che fanno forse più pensare ad un cenacolo filosofico che all’assemblea di un digital innovation hub, a dominare l’appuntamento annuale di InnexHub Brescia, in scena nella sala Beretta di Confindustria.
Una assemblea che punta proprio a chiarire come la digitalizzazione debba essere vista oggi come un driver dell’innovazione a 360 gradi, e non solo come un codice, ai più peraltro incomprensibile, che rischia di farci sentire sempre più come ospiti a casa nostra. Mai come in questo momento, infatti, «la trasformazione digitale è una necessità, non una semplice possibilità», spiega Gianluigi Viscardi, presidente del Digital Inovation Hub della Lombardia, che non a caso definisce i Dih territoriali come «i medici di base» della digitalizzazione dell’imprenditore.
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Codici
Un imprenditore che pochi istanti dopo il leader di Assoetica Francesco Varanini descrive come «sempre più spaesato e spossessato del suo modo di costruire valore», proprio perché vittima di un codice e di strumenti che non conosce e non gli appartengono. Concetti ribaditi anche dal Ceo di Vimarte Marco Vinetti, che nell'indagare il legame tra arte e digitale scompone, virtualmente, l’idea di una creatività che era tecnologica prima ancora dell’avvento dei codici che hanno cambiato il mondo.
E allora, quale è la leva su cui puntare? Quella della formazione, dell’etica e dell’adattamento ad un mondo che si sta trasformando, ma non per questo è diventato nemico. Non a caso, la grande novità del primo semestre del 2022 in casa InnexHub è stata la nascita proprio della C&D Community, che attraverso una serie di tavoli tematici accompagna gli imprenditori in questa nuova sfida, di conoscenze, di paradigmi e di idee.
Il punto
Ecco allora che nella tavola rotonda guidata dalla neo diretrice Cristina Zanini, Alfredo Rabaiotti (alla guida di Becom e membro del tavolo etico di C&D Community) si sofferma sulla strategicità di un «patto etico aziendale all’interno di un ecosistema aziendale», mentre Roberto Poeta (di Fondazione Poliambulanza e membro del tavolo sulla Cybersecurity) parla della «messa a fattor comune» di risorse, competenze, esperienze e problemi, e Loris Garau di Dexanet (e membro del tavolo Its e competenze digitali) punta sul ruolo delle scuole di alta specializzazione tecnologica per «sanare» il gap esistente tra le politiche di istruzione e quelle industriali.
«Sinora ci hanno dato degli occhiali sbagliati per guardare il mondo. Oggi lo abbiamo capito, e se ci mettiamo gli occhiali giusti sapremo andare in una direzione diversa», conclude il presidente di InnexHub, Giancarlo Turati, che ancora una volta sottolinea il ruolo del digital innovation hub. «InnexHub - tira corto - ha una sua collocazione istituzionale e vive di una community molto vicina alle aziende per dare loro un sostegno: non è una entità che deve produrre fatturato ma conoscenza».
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