Ingegneria siderurgica: a Pian Camuno sbarca un colosso turco
Gemkom, società di ingegneria e produzione di impianti per il settore siderurgico con sede in Turchia a Gebze nella provincia di Kocaeli nella regione di Marmara, ha acquistato il 100% delle partecipazioni di Sbm-Irfi, di Pian Camuno, attiva nella progettazione, costruzione e montaggio di carpenteria media pesante per i settori siderurgico, petrolchimico e energetico controllata da Impianti Darfo. All’atto il primo luglio erano presenti Agostino Cavalli, amministratore unico di Impianti Darfo e un consigliere d’amministrazione in rappresentanza della società turca.
Gemkom fin dalla fondazione nel 1998 si è posta come una tra le più grandi compagnie turche di engineering e produzione di impianti per la siderurgia con uno staff di 750 persone, impianti moderni e 270 tra ingegneri e impiegati amministrativi che si occupano di progettazione. Bureau Plattner di Milano ha assistito i soci di Sbm-Irfi per tutti gli aspetti legali e di strutturazione dell'operazione, con un team capitanato dai soci Massimo Petrucci e Carlo Gurioli, coadiuvati dal senior associate Federica Getilli per i temi di diritto del lavoro e dal responsabile payroll Sabino Piattone per tutti i temi di consulenza del lavoro.
Fante Group si è occupato degli aspetti finanziari, con un team guidato dal partner Mattia Patti, coadiuvato dal senior Sergio Colombo. Mprd & Partners di Udine, con un team guidato dal managing partner Marco Pezzetta, coadiuvato dal partner Manuela Della Picca per gli aspetti legali oltre che dal partner Marco Kraner e dall’associate Mattia Mestroni per gli aspetti finanziari, ha invece affiancato Gemkom nell’operazione.
L’operazione aggiunge così sul mercato italiano dell’impiantistica siderurgica un nuovo competitor di peso che guarda ad aziende importanti, tecnologicamente all’avanguardia, fortemente internazionalizzate, forti commercialmente.
Parlano i numeri: la produzione siderurgica italiana nel 2021 è stata di 24,411 milioni di tonnellate, in aumento del 19,8% rispetto al 2020 (e del 5,3% in più sul 2019). Un risultato in linea con quello del 2018 (-0,4%), che - rileva Federacciai - fu un ottimo anno per l’acciaio italiano. L’output dei prodotti lunghi (blumi, billette e derivati) nel 2021 è cresciuto del 21,8% (13,599 milioni di tonnellate).
La produzione dei prodotti piani (bramme, coils e derivati) è salita del 16,6% (11,049 milioni di tonnellate). Quanto alla bilancia commerciale siderurgica italiana a ottobre 2021 (ultimo dato disponibile) è risultata in deficit per 1,814 milioni di tonnellate, contro le -734mila tonnellate dello stesso mese del 2020. Il disavanzo, quindi, è aumentato di oltre 862mila tonnellate (l’elaborazione è stata curata da Siderweb su dati Istat).
È peggiorato invece sia il deficit con i Paesi europei, sia quello con i Paesi terzi. Il primo è passato dal sostanziale pareggio di ottobre 2020 (-14mila tonnellate) a -232mila tonnellate; il secondo è raddoppiato, salendo da 720mila a 1,582 milioni di tonnellate.
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