Nel 2024 l’industria lombarda tiene ma caro energia e dazi spaventano

L’industria lombarda tiene ma gli scenari macroeconomici, il caro energia e i dazi non fanno dormire sonni tranquilli.
Nel 2024 l’andamento del settore manifatturiero lombardo rimane stazionario, senza significativi movimenti rispetto al trimestre precedente. La variazione media annua della produzione è infatti pari a -0,8% per l’industria e allo 0% per l’artigianato. Cifre che posizionano la Lombardia al di sopra della performance nazionale, a fronte di una contrazione del 3,7%. A testimoniarlo sono i dati forniti da Unioncamere Lombardia e presentati oggi in Regione.
Anche le cifre tendenziali che mostrano alcuni segnali di miglioramento per il manifatturiero: la produzione registra una minima crescita (+0,2%) rispetto al periodo ottobre-dicembre del 2023, in controtendenza con quanto osservato nei precedenti trimestri. Il fatturato rafforza il trend positivo che già aveva caratterizzato il terzo trimestre (+1,3%). Gli ordini interni invece crescono dell’1% e quelli esteri registrano una crescita ancora più consistente, pari a +4,1%.
I settori
Tra i settori più performanti figurano chimica (+4,5% variazione media annua) e alimentari (+2,7%). Stabili invece carta-stampa (+0,3%), gomma-plastica (+0,1%) e minerali non metalliferi (-0,2%). In sofferenza invece il comparto moda (abbigliamento -1,7%, pelli-calzature -6,8% e tessile -8,3%) e quelli legno-mobilio (-0,8%), mezzi di trasporto (-0,9%), meccanica (-1,6%) e siderurgia (-3,1%).
Occupazione e fatturati
Altro dato significativo è quello dell’occupazione che rimane sostanzialmente stabile, in una situazione complessivamente positiva (sotto il 4%, praticamente fisiologica). Nello specifico si registra un +0,4 per l’industria e uno +0,1% per l’artigianato.
Anche sul fronte del fatturato le variazioni restano minime (-0,3% per l’industria e -0,7% per l’artigianato) mentre si registra una difficoltà sugli ordinativi a causa del mercato interno ancora in affanno nel 2024 (-0,5% l’industria e -1,7% l’artigianato).
Regione Lombardia
«In un contesto geopolitico ancora complicato le imprese lombarde dimostrano ancora una volta una grande capacità di tenuta, sapendo cogliere ogni occasione di crescita anche in un contesto non certo favorevole.
La Lombardia si conferma certamente più performante rispetto all’intero contesto nazionale ma c’è la necessità di supportare questi segnali di leggera crescita, affrontando con urgenza, concretezza e in modo strutturale il tema dei costi energetici, così come quello dell’accesso al credito e affiancando ad una attività diplomatica che scongiuri una guerra commerciale attraverso i dazi – dichiara Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia –. Bisogna altresì continuare nell’azione di critica costruttiva e atteggiamento propositivo nei confronti della nuova Commissione europea affinché corregga gli errori della precedente. In Lombardia restiamo uniti per difendere il nostro sistema manifatturiero».
Confindustria
A margine arriva anche il commento di Giuseppe Pasini, nella nuova veste di presidente di Confindustria Lombardia. «I dati certificano un 2024 all’insegna dell’incertezza per la nostra industria. Nonostante il -0,8% della produzione, con settori come tessile, siderurgia, mezzi di trasporto e meccanica più penalizzati di altri, e un quarto trimestre sostanzialmente piatto in termini produttivi e di fatturato, l’industria lombarda continua a performare meglio di Italia ed Europa.
Caro energia e guerra dei dazi sono le principali minacce alla ripartenza: sull’energia, anche a causa della speculazione le imprese continuano a sostenere costi non competitivi; mentre i dazi Usa, e i controdazi dei partner commerciali, rischiano di compromettere un mercato fondamentale per la Lombardia e di complicare ulteriormente l’approvvigionamento di materie prime. Per Confindustria Lombardia è perciò urgente agire subito sul caro energia disaccoppiando l’energia elettrica dal gas e contrastando la speculazione dei fondi. Sui dazi, invece, l’auspicio è che l’Europa eviti l’escalation commerciale e lavori per aprirsi a nuovi mercati riducendo parallelamente l’impatto della concorrenza cinese».
Confartigianato
«Il pessimismo del comparto artigiano trova giustificazione nella fatica di questo momento storico dove gli investimenti sono in contrazione non per mancanza di volontà o visione, ma per il costo del credito che grava sulle Mpmi, molto più che sulle realtà di maggiori dimensioni – spiega in rappresentanza del mondo dell’artigianato Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Lombardia - Gli investimenti sono il pass per affrontare in modo deciso il cambio di passo che la doppia transizione richiede per restare sul mercato e nelle filiere che competono su orizzonti internazionali.
Serve un potente innesto di tecnologie e personale con competenze e conoscenze adatte a gestire e guidare tale innovazione, affinché contribuisca a migliorare i livelli di produttività, vero tallone d’Achille delle nostre aziende produttive».
Unioncamere
«I nuovi fattori di incertezza che si prospettano sulla scena internazionale, col rischio di nuove misure protezionistiche e relative tensioni commerciali, non danno certo una mano alla ripresa che si era timidamente innescata nel manifatturiero lombardo – conclude Gian Domenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia –. Occorre supportare isegnali di crescita delle aziende, facendo leva sulla riduzione dei costi delle materie prime e dei tassi di interesse ma affiancando una serie di misure che scongiurino una guerra di dazi e rafforzino il ruolo dell’Europa nello scenario internazionale che si sta delineando».
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