Industria 4.0 e stampa 3D, a Provaglio è nato un nuovo centro tecnologico
«Weaream» è il nuovo centro tecnologico per la realizzazione di pezzi con il rivoluzionario sistema della manifattura additiva, una tecnica con cui si costruisce aggiungendo metallo uno strato dopo l’altro mediante fusione invece che asportare.
Weaream è stato inaugurato ieri pomeriggio alla Aqm di Provaglio d’Iseo che ci sta lavorando dalla fine del 2018 in partnership con i soci fondatori Seamthesis, Buffoli Industries, Valland e F3nice. Un connubio quello tra i cinque soci della startup che garantisce rappresentanza all'intera filiera della manifattura additiva, tra nuovi materiali, simulazione di processo e prodotto, tecnologia produttiva per l'industria 4.0, stampanti 3D a filo, e applicazioni avanzate di prodotto «additive manufacturing» negli ambiti energia e oil and gas.
Oggi il nuovo laboratorio è attrezzato con sei centri di stampa 3D, è costato qualche milione di euro e funziona grazie alle competenze di sei tecnici specializzati e progettisti. Le lavorazioni riguarderanno leghe di alluminio e rame, acciai inossidabili, titanio, nichel, metalli refrattari e ceramiche.
Il punto
A presiedere Weaream è Paolo Folgarait, che l’ha inaugurata ieri pomeriggio con il presidente e il ceo di Aqm Riccardo Trichilo e Gabriele Caselin, e con tanti ospiti in rappresentanza dell’industria e dell’artigianato bresciani, lombardi e italiani.
Lo scopo di Weaream è anche fornire alle imprese competenze specialistiche per operare al più alto livello qualitativo possibile sul mercato internazionale della manifattura 4.0, ma non solo. Come spiegato dal ceo di Aqm Gabriele Caselin, «il sistema porterà novità in fatto di approccio tecnico alle lavorazioni e di materiali, diffondendo il metodo dell’addizionare in manifattura invece che del togliere e scartare, ma l’obiettivo profondo di Aqm e di Weaream è diffondere tra le pmi la cultura della manifattura additiva. Non ci siamo costituiti solo per realizzare pezzi - ha sottolineato Ceselin -, ma per portare nelle imprese, grandi e soprattutto piccole, la nostra esperienza in questa tecnologia abilitante, per farle crescere e perché questo nuovo modo di produrre diventi un patrimonio tecnologico capace di garantire al nostro sistema un salto di qualità indispensabile per giocarsi la sfida della competitività ai livelli più alti.
Quando diciamo di massa, intendiamo una diffusione di questo nuovo pensiero e di questa nuova mentalità a tutti, e non ci riferiamo alle grandi produzioni. Probabilmente stiamo guardando molto avanti, ma crediamo che questa della manifattura additiva, se compresa, possa essere una vera svolta».
Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente di Aqm Riccardo Trichilo. «Oggi parte un centro di competenze che ha cambiato il metodo di produrre e di realizzare. Fare sistema è sempre più fondamentale per arricchirci di competenze nuove e essere innovativi, ma anche per ridurre i rischi d’impresa. Prima di questa inaugurazione abbiamo tenuto per due giorni le porte aperte alle aziende del territorio e la risposta avuta è stata la garanzia che stiamo andando nella direzione giusta».
In quest’ambito del resto, a livello internazionale, le aziende stanno già investendo, se è vero che nel 2021 il mercato europeo è stato di 9 miliardi di euro e nel 2030 è previsto in espansione fino a 90 miliardi, dieci volte tanto.
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