Economia

Incertezza e dazi, anche la manifattura bresciana è in difficoltà

Flavio Archetti
I settori della metallurgia e della metalmeccanica sono quelli che soffrono di più in questa fase
I protagonisti dell'incontro in Confindustria © www.giornaledibrescia.it
I protagonisti dell'incontro in Confindustria © www.giornaledibrescia.it
AA

La debolezza della congiuntura industriale, l’instabilità geopolitica, la continua ricalibrazione del «green deal» europeo e l’avvento di una tecnologia sempre più impattante nei processi produttivi, hanno reso i mercati nazionale e internazionale molto incerti, molto instabili, e difficili da approcciare.

A peggiorare le cose nelle ultime settimane sono arrivati i dazi degli Stati Uniti, che, come sottolineato ieri dal professor Achille Fornasini durante la 46esima edizione di Scenari e tendenze svolta nella sede di Confindustria Brescia «si muovono al rialzo o al ribasso in funzione delle contromisure adottate dal Paese che li subisce».

Fornasini, organizzatore del convegno di via Cefalonia con il presidente della Camera di commercio Roberto Saccone, il presidente della Piccola industria Marco Capitanio, il docente dell’Università di Verona Andrea Beretta Zanoni e il rappresentante del Centro suìtudi di Confindustria Davide Fedreghini, ha evidenziato come ne stia «derivando una situazione letale per i mercati, storicamente avversi all’incertezza, costretti a confrontarsi con l’imprevedibilità degli eventi e degli annunci da parte dei capi di Stato».

Il punto

Nonostante la sua tradizionale solidità anche la manifattura bresciana infatti ne sta risentendo. «Gli ultimi dati dell’Ufficio studi di Confindustria – commentati da Fedreghini – dicono che il 2024 si è concluso con un quarto trimestre in ribasso e con una perdita complessiva dell’1,3%. Il dato negativo è il settimo consecutivo, visto che l’ultimo segno “più” si è registrato nel primo trimestre 2023».

Come emerso dall’indagine confindustriale sui suoi associati, a limitare maggiormente il made in Brescia sarebbe stata e continuerebbe a essere la «carenza di domanda» (per il 49% delle imprese), sia interna che esterna, seguita dalla scarsità di manodopera (5%). La difficile condizione accomuna tutto il manifatturiero ma a soffrire di più è la metalmeccanica, con la metallurgia in ribasso mediamente dell’8% e la meccanica del 2%.

Turbolenze

Come ricordato ancora da Fornasini, «proprio metallurgia e siderurgia, spine dorsali della produzione bresciana, dovranno confrontarsi a breve con un nuovo periodo di turbolenze, innescate dai dazi sulle esportazioni di acciaio e metalli negli Stati Uniti, destinati a rendere il mercato americano meno accessibile intensificando la competizione sugli altri mercati internazionali. È quindi probabile che i prezzi dei siderurgici in Europa si troveranno a riflettere una forte concorrenza estera, stabilizzandosi o tendendo al ribasso».

In questo quadro a tinte fosche si inserisce il nuovo rialzo dei prezzi degli energetici, per cui il sistema produttivo di Brescia nel 2025 potrebbe arrivare a pagare un «bollettone» complessivo (gas più energia elettrica) di 1,372 miliardi, in crescita del 18% su quanto sborsato nel 2024 (stima di 1,167 miliardi) e del 109% su quanto pagato mediamente tra 2018 e 2019, i due anni pre-Covid. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.