InBre: utile a 5 milioni e ora investe su nove nuovi impianti

Nel 2024 quasi la metà dell’elettricità prodotta in Italia (il 49%) è derivata da fonti rinnovabili e un contributo importante lo ha fornito l’idroelettrico, sempre più centrale nel processo di transizione energetica. Ecco spiegato il ruolo strategico che acquisisce anno dopo anno Iniziative Bresciane – InBre, la società camuna il cui core business è rappresentato dalla progettazione, realizzazione e gestione di centrali idroelettriche di piccole e medie dimensioni.
Le centrali
Il gruppo conta oggi la bellezza di 47 centrali in esercizio; nel 2024 ha prodotto 208,6 GWh di energia netta, in forte crescita rispetto ai 147,6 GWh del 2023; portando un risparmio di anidride carbonica pari a circa 96mila tonnellate ed equivalente al consumo di energia di oltre 77mila nuclei familiari.
Nel 2024 sono entrati in funzione lungo il fiume Arno le centrali di Martellina e Cartiera nel Comune di Fiesole e S. Andrea Rovezzano nel Comune toscano di Bagno a Ripoli. Ma InBre sta costruendo altri nove impianti, in Lombardia e non solo.
«Abbiamo proseguito l’attività di investimento – spiega il presidente di InBre, Battista Albertani –. Con senso di responsabilità, confermiamo il ruolo attivo di InBre quale motore di sviluppo destinando circa euro 10,1 milioni di investimenti per la realizzazione di nuovi impianti e per la loro gestione».
I numeri del 2024
Il Cda ha approvato i dati di bilancio 2024. L’esercizio si è chiuso con risultati da incorniciare. Su tutti spicca la marginalità, con un Mol di 19,8 milioni, pari al 72% dei ricavi netti consolidati (era di 17,6 milioni al 31 dicembre 2023) pari a 27,5 milioni, in crescita dell’11% rispetto ai 24,8 milioni del 2023.
L’utile è pari a 5 milioni (era di 3,7 milioni nel 2023), dopo aver spesato ammortamenti, svalutazioni e accantonamenti per 9,8 milioni e pagato imposte per 1,1 milioni. Cala del 2,5% l’indebitamento finanziario netto che al 31 dicembre 2024 è pari a 100,2 milioni (era 102,8 milioni nel 2023) grazie alla politica di contenimento del debito e al miglioramento dei flussi di cassa generati dalla gestione operativa.
Le azioni
Il Cda ha quindi deliberato di proporre all’assemblea degli azionisti una cedola pari a 0,60 euro per azione (dividendo stabile rispetto al 2023), da eseguire «mediante l’emissione di azioni ordinarie da assegnare agli azionisti titolari di azioni ordinarie della società – si legge in una nota di InBre –, ferma la facoltà dell’azionista di richiedere, in luogo dell’assegnazione di azioni, il pagamento del dividendo in denaro» (il cosiddetto «scrip dividend»).
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