Economia

Inail, le denunce per Covid calate di due terzi in nove mesi

Contagi sul lavoro, il 2021 pesa per meno del 20% sui totale da inizio pandemia. Dal Bresciano il 2,5% dei casi denunciati
Una termo camera misura la temperatura ad un uomo -  Foto © www.giornaledibrescia.it
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Tra gennaio e settembre l'incidenza media delle infezioni da coronavirus sul totale delle denunce pervenute all'Inail è scesa a una su 12. L'anno scorso era il triplo. I casi segnalati all'Istituto dall'inizio della pandemia sono quasi 182mila, in aumento dello 0,9% rispetto al monitoraggio mensile precedente.

Il 20esimo report nazionale della Consulenza statistico attuariale Inail sui contagi sul lavoro da Covid-19, pubblicato oggi insieme alle nuove schede di approfondimento regionali, rileva un calo significativo dell'impatto del virus nei primi nove mesi di quest'anno. Se nel 2020, infatti, l'incidenza media delle denunce da nuovo coronavirus sul totale degli infortuni sul lavoro segnalati all'Istituto è stata di una ogni quattro, tra gennaio e settembre è scesa a una su 12. Nello stesso periodo è diminuita anche l'incidenza dei decessi provocati dal virus sul totale dei casi mortali, passata da circa una denuncia su tre nel 2020 a una su cinque quest'anno.

Il calo del 2021

Il 2021, con 33.610 contagi di origine professionale denunciati, pesa al momento il 18,5% sul totale degli infortuni da Covid-19 pervenuti da inizio pandemia. Rispetto ai primi nove mesi del 2020, in particolare, i casi di contagio rilevati tra gennaio e settembre di quest'anno, benchè non consolidati, sono in calo del 40%, quelli mortali del 43,4%. Le infezioni da Covid-19 di origine professionale denunciate all'Istituto dall'inizio della pandemia alla data dello scorso 30 settembre sono 181.636. Rispetto ai 179.992 casi registrati dal monitoraggio del mese precedente, le denunce in più sono 1.644 (+0,9%), di cui 596 riferite a settembre e 331 ad agosto 2021. Gli altri 717 casi sono per il 57% riferiti agli altri mesi di quest'anno e il restante 43% al 2020. Il consolidamento dei dati permette, infatti, di acquisire informazioni non disponibili nelle rilevazioni e nei mesi precedenti.

I decessi sono 762, 15 in più rispetto al monitoraggio mensile di fine agosto e concentrati soprattutto nel 2020, che raccoglie quasi tre quarti (72,6%) di tutti i casi mortali da contagio segnalati all'Inail alla data dello scorso 30 settembre, con aprile (194 deceduti) e marzo (140) ai primi due posti. Il 2021, con 209 decessi da Covid-19 nei primi nove mesi, pesa invece al momento per il 27,4% sul totale dei casi mortali da coronavirus pervenuti all'Istituto da inizio pandemia. A morire sono soprattutto gli uomini (82,9%) e i lavoratori nella fascia di età 50-64 anni (71,8%), con un'età media dei deceduti di 58,5 anni (57 per le donne, 59 per gli uomini). Allargando l'analisi a tutte le infezioni di origine professionale, l'età media dei contagiati scende a 46 anni per entrambi i sessi, con il 42,5% delle denunce nella fascia 50-64 anni, il 36,6% in quella 35-49 anni, il 18,9% tra gli under 35 e il 2% tra gli over 64, e il rapporto tra i generi si inverte. La quota femminile, infatti, è pari al 68,4% e supera quella maschile in tutte le regioni, con le sole eccezioni della Calabria, della Sicilia e della Campania, dove l'incidenza delle lavoratrici sul complesso dei contagi sul lavoro è, rispettivamente, del 48,5%, 46,0% e 44,3%.

Denunce, dove in Italia

A livello territoriale il 42,5% delle denunce è concentrato nel Nord-Ovest (prima la Lombardia con il 25,2%), seguito dal Nord-Est con il 24,6% (Veneto 10,6%), dal Centro con il 15,3% (Lazio 6,7%), dal Sud con il 12,8% (Campania 5,9%) e dalle Isole con il 4,8% (Sicilia 3,2%). Le province con il maggior numero di contagi sul lavoro dall'inizio dell'emergenza sanitaria sono Milano (9,6%), Torino (6,9%), Roma (5,3%), Napoli (4,0%), Brescia, Verona e Varese (2,5% ciascuna), Genova (2,4%) e Bologna (2,3%).

Nel confronto con il dato complessivo dei contagi sul lavoro segnalati all'Inail dall'inizio della pandemia, per i casi mortali si osserva una quota più elevata al Sud (25,7% contro il 12,8% riscontrato nelle denunce totali) e un'incidenza inferiore nel Nord-Est (12,7% rispetto al 24,6%). Le province con più decessi sono Roma e Napoli (con il 7,7% ciascuna), Milano (6,7%), Bergamo (6,6%), Brescia e Torino (4,1% ciascuna), Cremona (2,5%), Genova (2,4%), Bari e Caserta (2,2% ciascuna), Palermo e Parma (2,1% ciascuna).

I lavori più colpiti

Quasi tutti i contagi sul lavoro e la netta maggioranza dei decessi (rispettivamente 96,9% e 88,0%) riguardano l'Industria e servizi, con gli altri casi distribuiti nelle gestioni assicurative per Conto dello Stato (amministrazioni centrali dello Stato, scuole e università statali), Agricoltura e Navigazione. Sono circa tremila, in particolare, le denunce di infezioni di origine professionale di insegnanti, professori e ricercatori di scuole di ogni ordine e grado e di università statali e private, riconducibili sia alla gestione dei dipendenti del Conto dello Stato sia al settore Istruzione della gestione Industria e servizi. Tra le attività produttive coinvolte dalla pandemia, il settore della sanità e assistenza sociale - che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili - si conferma al primo posto, con il 65,1% delle denunce e il 22,7% dei decessi codificati, seguito dall'amministrazione pubblica (attività degli organismi preposti alla sanità - Asl - e amministratori regionali, provinciali e comunali), con il 9,2% delle infezioni e il 10,5% dei casi mortali.

Dall'analisi per professione dell'infortunato emerge che oltre un quarto dei decessi (26,3%) riguarda il personale sanitario e socio-assistenziale. La categoria dei tecnici della  salute, in particolare, è quella più colpita dai contagi, con il 37,4% delle denunce complessive, l'82,7% delle quali relative a infermieri, e il 9,8% dei casi mortali codificati (il 67,1% infermieri). Seguono gli operatori socio-sanitari con il 18,2% delle denunce (e il 3,9% dei decessi), i medici con l'8,5% (5,2% dei decessi), gli operatori socio-assistenziali con il 6,9% (2,5% dei decessi) e il personale non qualificato nei servizi sanitari (ausiliario, portantino, barelliere) con il 4,7% (3,3% dei decessi). 

Tra le altre professioni coinvolte spiccano gli impiegati amministrativi, con il 4,6% delle denunce e il 10,2% dei casi mortali, gli addetti ai servizi di pulizia (2,3% dei contagi e 2,1% dei decessi), i conduttori di veicoli (1,3% dei contagi e 8,0% dei decessi) e gli addetti ai servizi di sicurezza, vigilanza e custodia (0,9% dei contagi e 2,7% dei decessi).

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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