Economia

In pensione a 67 anni: le 15 categorie esentate

L'aumento dell'età della pensione sarà formalizzato tra poche settimane per adeguare i requisiti pensionistici alla speranza di vita
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Stop dell'aumento a 67 anni dell'età di pensione dal 2019 per 15 categorie di lavori gravosi: le 11 già fissate dall'Ape social e altre quattro.

1 – operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici
2 – conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni
3 – conciatori di pelle e pellicce
4 – conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante
5 – conduttori di mezzi pesanti e camion
6 – personale delle professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni
7 – addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza
8 – insegnanti della scuola dell’infanzia e educatori degli asili nido
9 – facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati
10 – personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia
11 – operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti.
12 – operai agricoli
13 – marittimi (voce nella quale rientrano anche i pescatori)
14 – i siderurgici
15 – stampatori a caldo

Il governo porta sul tavolo tecnico con i sindacati a Palazzo Chigi la proposta per dare una prima risposta alla questione dell'adeguamento automatico dell'età di uscita all'aspettativa di vita. Si tratta di una platea di 15-20 mila persone, pari a circa il 10% dei pensionamenti stimati per il 2019. I sindacati si dicono critici, considerando ancora «insufficiente» la proposta.

Il confronto comunque va avanti, con appuntamenti già fissati per giovedì e lunedì prossimo. E prende, intanto, forma l'idea di mettere in piedi una commissione scientifica ad hoc (formata da più ministeri ed istituti come l'Inps e l'Inail) per calcolare in maniera puntuale la diversa speranza di vita in base ai diversi lavori. La commissione potrebbe operare fino a giugno-settembre. Un'operazione che l'Inps appoggia e che sarebbe pronto ad avviare per fornire i dati «entro giugno», come affermato dallo stesso presidente Tito Boeri. Mentre l'Istituto di previdenza ribadisce il no allo stop dell'adeguamento per tutti. E arriva il monito di Bankitalia e Corte dei Conti, sulla necessità di fare attenzione a intervenire sul sistema previdenziale e quindi a non mettere a rischio la sostenibilità finanziaria. È «importante non fare passi indietro», avverte la Banca d'Italia, perché nel lungo periodo la sostenibilità delle finanze pubbliche «poggia, in larga misura, sulle riforme pensionistiche introdotte in passato».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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