Economia

Immobili «green»: per Brescia stangata da oltre 10 miliardi con la direttiva europea

Se il provvedimento entrasse in vigore sono 247mila le case che dovrebbero fare il salto di classe richiesto
Una visione di Brescia dall'alto - © www.giornaledibrescia.it
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Una misura che rischia di trasformarsi in una sonora stangata per molte famiglie bresciane. La direttiva sull’efficientamento energetico degli immobili in via di approvazione alla Commissione Energia del Parlamento europeo (Epbd, acronimo di Energy Performance Building Directive) sta suscitando un vespaio di polemiche e prese di posizione anche nella nostra provincia.

Se la bozza di testo diffusa nei giorni scorsi entrasse in vigore, sarebbero oltre 247mila gli immobili residenziali da adeguare entro il 2033, circa il 76% del nostro patrimonio edilizio. In base ai dati messi a disposizione di Ance Brescia sono solo 18.530 le case nel Bresciano appartenenti alle quattro classi A (A1, A2, A3, A4), mentre ben 86.999 immobili sono in classe G, ovvero non aderisce ad alcun parametro di efficienza energetica.

«Siamo preoccupati, la direttiva è stringente ed avrà un impatto importante sul nostro patrimonio immobiliare - dichiara il presidente di Ance Brescia e vicepresidente nazionale di Ance con delega a Tecnologia e Innovazione, Massimo Deldossi -. Gli obiettivi della decarbonizzazione non sono in discussione. Ma i tempi ed i modi per l’efficientamento degli edifici non ci sembrano sostenibili».

La normativa

Il documento fissa nuovi criteri per la definizione degli edifici ad «emissioni zero» e prevede che debbano seguire queste regole tutte le nuove costruzioni e dal 2030 tutte le ristrutturazioni. Ma la misura più contestata è quella che obbliga alla ristrutturazione delle abitazioni meno efficienti: entro il primo gennaio del 2030 tutti gli immobili residenziali dovranno rientrare nella classe energetica E; entro il 2033 sarà obbligatorio passare alla classe D.

I lavori

Per il taglio dei consumi sono necessari interventi quali il cappotto termico, la sostituzione degli infissi, l’installazione di nuova caldaia, i pannelli solari. L’investimento stimato per unità immobiliare va dai 40mila agli 80mila euro, a seconda della tipologia di edificio e del salto di classe che si vuole ottenere. Visti i numeri, è facile capire che per adeguarsi alle norme europee, Brescia potrebbe arrivare ad spendere una quota superiore ai 10 miliardi di euro. Non solo, se la proposta non dovesse essere modificata, in pochi anni dovrebbero essere efficientati milioni di edifici in Italia. I tempi ridotti determinerebbero tensioni senza precedenti sul mercato, con aumento spropositato dei prezzi, impossibilità a trovare materie prime, ponteggi, manodopera qualificata, ditte specializzate, professionisti ecc (la vicenda del Superbonus insegna).

La richiesta di Ance

«Con il Superbonus il grande processo di riqualificazione degli immobili è iniziato - spiega Deldossi -. Bisogna proseguire su questa strada, le nuove norme europee impongono obiettivi difficilmente raggiungibili senza una politica industriale di ampio respiro, con un sistema strutturale di incentivi mirati a coinvolgere la più ampia platea possibile». La sfida è il riscaldamento globale. Sul tema Ance Brescia ha avviato un percorso di discussione.

«Pubblico e privato devono fare sistema per informare, sollecitare, favorire interventi riqualificanti - chiosa Deldossi -. Brescia può assumere un ruolo leader, diventando un riconosciuto laboratorio sociale ed economico. Dobbiamo agire e in fretta, ricordando che a livello europeo il 40% dei consumi di energia riguarda gli edifici. Anche per questo riteniamo doveroso da parte nostra proporre momenti informativi ai cittadini bresciani, per permettere loro di confrontarsi con i benefici della riqualificazione energetica, che ha ricadute positive sull’ambiente e sulla qualità della vita».

Fit For 55

La nuova normativa europea fa parte del più ampio, e da molti criticato, pacchetto «Fit For 55», per la riduzione delle emissioni di gas serra. Provvedimento che nello scorso autunno aveva inderogabilmente confermato lo stop alle immatricolazioni auto a benzina e diesel nel Vecchio Continente a partire dal 2035. «Stupisce che si parli solo ora di una direttiva sulla quale la Commissione sta lavorando da molti mesi - dichiara il presidente della Camera di Commercio, Roberto Saccone -. Tutti siamo fortemente impegnati nella decarbonizzazione, ma questo provvedimento è incoerente nei tempi e nei modi in cui viene proposto».

«Agire sul vecchio non è facile nelle nostre città, gran parte dei fabbricati è storico - dichiara Giambattista Quecchia, presidente del Comitato Borsa Immobiliare Brescia -. Nell’immediato l’effetto della direttiva sarà di una perdita di valore della maggioranza degli immobili e, di conseguenza, un impoverimento delle famiglie». Critica la posizione dell’Associazione provinciale della Prorpietà Edilizia: «Guardiamo la direttiva con profondo sospetto - dichia il presidente Ivo Amendolagine - colpirà la proprietà immobiliare costringendo i piccoli proprietari ad un esborso economico tale da superare la previsione dell’esproprio».

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